I giovani e il fenomeno YOLO

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In questi giorni hanno sollevato scalpore e dibattito le esternazioni del cuoco Borghese che lamentava la difficoltà a trovare dei giovani desiderosi di lavorare come cuochi soprattutto perché viene richiesto loro di sacrificare spesso i fine settimana in ragione del lavoro.

Eppure, sappiamo bene come il tasso di disoccupazione tra i giovani sia decisamente più elevato che nelle altre fasce d’età.

Evidentemente il fenomeno YOLO non è così trascurabile.

You Only Live Once

E’ proprio così, è un dato di fatto: you only live once, si vive una volta sola.

Perché allora non fare di tutto per vivere al meglio, dedicarsi ad un lavoro che appassiona, scegliere mestieri che abbiano un senso o abbandonare quelli che ne sono privi?

Sembra proprio questo il motivo che spinge le nuove generazioni (millennials e gen z) a mettere in discussione il lavoro, le aziende o i datori di lavoro che chiedono loro sacrifici in virtù di qualcosa che non sembra avere valore o che richiede sacrifici eccessivi per uno stipendio.

Il senso del lavoro

Come abbiamo visto nell’articolo “Great resignation, ovvero le dimissioni di massa” il mercato del lavoro ha registrato nel 2021 dei picchi anomali di dimissioni, soprattutto nelle fasce più giovani.

Alla base di questo fenomeno, tra i vari fattori, c’è proprio il desiderio di migliorare il proprio status economico, bilanciare il lavoro con la vita privata, oppure di investire il proprio tempo in attività significative per la persona.

Insomma, un lavoro fine a se stesso è scelto e portato avanti solo se non c’è alternativa. La qualità della vita è un aspetto a cui non si disposti a rinunciare.

E forse a ragione…

Una vita piena di senso

Il fenomeno YOLO sta evidenziando l’importanza di vivere una vita con significato e non tanto per essere vissuta, magari alla rincorsa dei soldi.

Il nostro tempo sulla terra è limitato, non sappiamo quanto ne avremo a disposizione e soprattutto quando si esaurirà.

Il significato da dare alla propria vita è una scelta personale e non delegabile ad altri.

E’ frutto di ricerca, di ascolto di sé e di confronto con gli altri per capire qual è il proprio posto nel mondo e cosa si può fare per renderlo un luogo migliore.

Ecco allora l’importanza di non procrastinare scelte di rilevo, di non rinunciare ad opportunità che non è detto si possano ripresentare.

Ma, viceversa, di dare spazio alle relazioni, al tempo di qualità, alla creatività e all’espressione di sé in tutte le sue forme e possibilità.

Perché alla fine si vive una volta sola.

 Andrea Maggio

Tempo di lettura: 1’ 30”

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