I nuovi papà sono cambiati, e decisamente in meglio. Secondo gli esperti, l’importante è che non confondano i ruoli e che riescano ad essere autorevoli.
Gli ultimi film ritraggono i nuovi papà come confusi, smarriti, più preoccupati di essere amici dei figli che di educarli davvero. Ma è tutto vero? Come sono cambiati i nuovi papà rispetto al passato?
Negli ultimi anni abbiamo assistito senza dubbio a una rivoluzione della figura paterna.
Questa rivoluzione è stato conseguenza del cambiamento della figura femminile. Non più relegata ai ruoli di madre e moglie, ma donna in carriera e attiva socialmente. Ciò ha reso necessario una ridefinizione dei ruoli in famiglia. Molte mamme stanno tutto il giorno fuori casa e quindi non possono essere le uniche ad occuparsi dei figli. Così, in modo naturale, gli uomini sono stati sempre più coinvolti.
Come sono cambiati rispetto al passato i nuovi papà?
Un tempo il ruolo del padre si esauriva nel lavorare, in poche parole e in sguardi eloquenti. I padri iniziavano ad occuparsi dei figli solo quando erano più grandi, per accompagnarli alle attività pomeridiane, come alla partita di calcio o di pallavolo.
Oggi i nuovi papà sono attivi fin dalla gravidanza.
Vanno insieme alla mamma ai controlli, vogliono assistere al parto, cambiano i pannolini e danno il biberon.
Secondo gli ultimi dati, negli ultimi decenni i papà hanno quasi triplicato il tempo speso con i bambini. Segno inequivocabile di un cambiamento. Sono aperti al dialogo e attenti alle emozioni dei figli. Sono presenti, giocherelloni. Sono papà capaci di fare le coccole. Cosa che, probabilmente, i loro padri non facevano con loro.
I nuovi papà sono anche smart: usano il web per trovare le dritte necessarie a scaldare il biberon. Si confidano su Facebook con altri padri.
Per i nuovi papà, però, c’è anche il rovescio della medaglia: sono spesso meno autorevoli rispetto a quelli di un tempo.
Per essere un reale punto di riferimento, tuttavia, l’autorevolezza è indispensabile. Ciò significa dare poche regole, ma ferree e non avere paura di dire di “no” quando serve. Il rischio è, viceversa, che i figli vadano allo sbando e siano in preda all’insicurezza.
Cosa consigliano gli esperti ai nuovi papà?
I papà di oggi non devono sicuramente ritornare ad essere padri-padroni, che si impongono con le maniere forti. Ma non devono farsi tiranneggiare dai bambini, e devono riuscire a mantenere una linea educativa, senza cedere al primo capriccio.
Importante è mantenere i ruoli: il papà non deve trasformarsi in “mammo”, ossia un sostituto della mamma, ma un suo pari. Perché ciò avvenga, è fondamentale che l’uomo vinca le sue insicurezze e che la donna lo lasci libero di sperimentare, riconosca le se capacità e l’autonomia senza essere gelosa e intollerante.
È importante, quindi, che le mamme sappiano fare un passo indietro, facendo partecipare di più i papà al percorso di crescita dei figli.
Fondamentale è che le mamme non critichino continuamente il padri. I ragazzi devono avere l’idea di una figura di padre credibile.
È, inoltre, importante sapere gestire il conflitto tra mamma e papà.
Necessario è saper raggiungere un compromesso, discutendo sempre lontano dai bambini. Quando i bambini sono più grandi, si può spiegare loro che mamma e papà la pensano in modo diverso. In questo modo, si consente loro di capire che è normale avere un’opinione differente dagli altri, ma che ciò traduce per forza in un litigio. Inoltre, si insegna loro, con l’esempio diretto, la capacità di negoziazione.