Il pasticcio Brexit e gli effetti sull’Europa

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A Londra si sta ripensando seriamente alla Brexit.

Theresa May ma sopratutto il partito dei leave si sta frantumando nelle trattative di uscita con la UE e illustri esponenti, favorevoli all’uscita dura dall’Europa, hanno già abbandonato la compagine governativa per protesta contro i toni soft della premier.

Di contro l’economia inglese per ora continua a crescere senza dare troppi segni di cedimento anche se il 2018 in alcuni settori avrà i suoi cali.

Trump dagli Usa, che nell’Europa unita a guida tedesca continua a vedere un forte antagonista, cerca di blandire gli inglesi verso l’uscita, probabilmente per favorirne l’isolamento.

Il pasticcio Brexit auspicato dal desaparecido Farage e dal suo Ukip, realizzato da Cameron con il referendum, sembra compiuto.

La May sta trattando con l’Unione europea un’uscita soft ma si prevede che i costi dell’abbandono saranno comunque molto pesanti.

L’unica certezza sembra essere quella che riguarda i lavoratori che volessero espatriare in cerca di lavoro.

I giovani italiani che andavano a Londra per periodi più o meno lunghi a fare i camerieri, i parrucchieri e altri lavori meno qualificati non potranno più farlo.

La Gran Bretagna accoglierà solo personale utile e altamente specializzato, gli altri se ne dovranno stare a casa.

Alla fine la montagna ha partorito il topolino:

nella città più cosmopolita del mondo potranno trasferirsi solo ingegneri, manager, tecnici specializzati, medici e anche infermieri ricercati  in tutta Europa.

L’Europa invece perderà un pezzo importante per l’egoismo di una esigua maggioranza di cittadini britannici e per alcuni atteggiamenti esagerati e controversi di alcune istituzioni europee spesso impegnate a legiferare su inezie in maniera discutibile e dannosa.

Eppure c’è anche chi pensa di tornare a quel fatidico voto ma anche questa ipotesi sembra altamente improbabile.

C’è anche la possibilità di un’uscita senza accordi.
Il Sunday Times ha ipotizzato gli effetti immediati di una uscita del genere entro il 2018.

Tra questi il collasso del porto di Dover sotto il peso dei controlli e dei dazi, la fine del cibo nei supermercati di Scozia e Cornovaglia oltre all’esaurimento dei medicinali negli ospedali inglesi.

Una catastrofe da film.

Inoltre l’introduzione del visto per recarsi in Gran Bretagna rallenterebbe ogni procedura di accesso al paese.

Immaginiamo le file all’arrivo a Londra, già consistenti oggi, figuriamoci con la chiusura dei confini.

Visti i disagi e i rischi ci si chiede quali saranno i vantaggi.

La May ha ipotizzato il ritorno del Regno Unito al posto di superpotenza che le appartiene ma è difficile pensare ad un ruolo del genere se raffrontato con quello di Usa, Russia e Cina.

E allora a chi gioverà la Brexit ? 

Londra perderà sicuramente i ricavi derivanti da affitti immobiliari carissimi agli stranieri, forse caleranno anche gli esborsi degli studenti internazionali che pagavano rette altissime nella speranza di entrare in un circuito professionale internazionale che a Londra aveva la sua base principale.

Anche il ruolo di centro dominante della finanza mondiale corre il rischio di vedere diminuire il suo prestigio.

Finirà così?

Di certo entro l’anno il pasticcio Brexit vedrà la sua conclusione con effetti che toccheranno tutti nel mondo compresi gli europei e persino gli italiani già residenti in UK e non.

Sicuramente sarà un momento epocale i cui effetti non tarderanno a farsi sentire. Speriamo non siano così terribili e di non vivere un’altra crisi economica legata, ancora una volta, a eventi apparentemente lontani ma drammaticamente molto vicini.

Claudio Razeto

Tempo di lettura: 1’40”

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