Omaggio a Siniša Mihajlović

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di Fabio Bandiera

Ciao Siniša,

hai lottato con tutto te stesso fino all’ultimo, non ti sei mai arreso ad una sorte cinica e spietata che ti ha portato via troppo, troppo presto.

Non è giusto” ha detto a ragione il tuo amico Roberto Mancini, perché la tua vita non è mai stata in discesa.

Hai dovuto conquistarti ogni piccolo granello di felicità, credendo fino in fondo in te stesso, dimostrando col tuo carattere di ferro che volere è potere e che nella vita il talento da solo non potrà mai bastare se a fianco non c’è l’uomo, quello vero……e tu un uomo vero lo sei stato fino all’ultimo battito del tuo cuore…………!!

VUKOVAR…..20 FEBBRAIO 1969……

Nasci sotto la Jugoslavia di Tito, da madre croata e padre serbo in quel di Vukovar, che verrà spazzata via dopo la caduta del muro.

Tra guerre d’indipendenza e di etnia ti trovi coinvolto nello sfacelo dei Balcani in cui gli stessi fratelli cresciuti pacificamente il giorno prima, si dichiareranno morti un attimo dopo.

Le tue doti balistiche ti salveranno da questa immane tragedia, la trafila è breve:

Prima il Borovo, squadra dove sei cresciuto, poi il Vojvodina ed infine la consacrazione nella Stella Rossa, con tanto di Coppa dei Campioni nel 1991, dove il tuo piede fatato sarà oggetto di studio da parte del Dipartimento di Fisica di Belgrado……………

ITALIA…..LA TUA SECONDA CASA………….

Siamo agli inizi dei favolosi anni novanta, calcisticamente floridi per il Belpaese che si accorge di te.

La Roma del neo-presidente Ciarrapico, allenata dal tuo mentore Vujadin Boskov, ti recluta sborsando 8,5 miliardi, da questo momento in poi la tua carriera calcistica e la tua vita privata si tingeranno di bianco, rosso e verde dando il là al mito del guerriero Sinisa che a suon di prodezze regalerà all’Italia svariate perle del suo innato verbo calcistico-balistico…..

ROMA, GENOVA, ………….

Dopo due stagioni interlocutorie nella Capitale giallorossa, sarà la Sampdoria di Enrico Mantovani, figlio del grande Paolo deceduto nel 1993, ad accoglierti in prestito.

Qui avrai l’onore e il piacere di conoscere Sven Goran Erikson, che ti inquadrerà tatticamente al centro della difesa dandoti continuità di rendimento, con il quale condividerai la parte più prestigiosa della tua parabola agonistica.

Quattro anni sotto la lanterna con dodici reti all’attivo, punizioni sontuose e una leadership che prende sostanza, la Lazio di Cragnotti sogna in grande e non si lascia scappare l’occasione…………

UN AQUILA NEL CIELO …………..

E’ ora di raccogliere i frutti di anni di semina, nel 1998 sbarchi a Formello, ritrovi Erikson, e cominci la cavalcata trionfale che in sei anni ti porterà a raggiungere una Coppa delle Coppe, uno storico scudetto, due Coppa Italia, una Supercoppa Europea e due nazionali.

E’ una Lazio stellare e ricca di campioni, le tue punizioni fanno il giro del Mondo ed entrano nella storia, il tuo temperamento focoso, a volte sopra le righe, ti creerà non pochi problemi e diverse squalifiche, ma il guerriero procede a testa alta, questo è Sinisa, prendere o lasciare………..

MILANO………

Dopo le sei stagioni trionfali, e i venti sigilli personali, lasci la Lazio a trentacinque anni per chiudere all’Inter la tua carriera stellare, altre due coppe Italia e uno scudetto a tavolino in piena era Calciopoli, quattordici anni che non passano inosservati nei cuori di chi ha saputo apprezzarti per quello che sei, nel bene e nel male, mentre i detrattori e i seminatori di odio non possono che ammettere che lo zingaro ne ha fatta di strada sudandosi metro dopo metro ogni tassello di gloria, quella che spetta ad un uomo che senza compromessi ha abbracciato l’Italia con tutto se stesso.

La tua Arianna ti darà cinque splendidi figli condividendo il tuo amore per questo sport che ti porterà inevitabilmente ad allenare…………

PANCHINE, PANCHINE, PANCHINE………….

Un globtrotter come te comincia da apprendista a Milano, essere il vice di Mancini è un ottimo viatico per intraprendere i fondamentali di allenatore.

Poi Bologna, Catania e Fiorentina, tre stagioni in cui lasci un segno tangibile del tuo credo calcistico prima di accettare, nel 2012, l’incarico di c.t. della tua Serbia che non riesci a portare ai mondiali del 2014 dimettendoti nel 2013.

Torni alla Samp per due stagioni, nella seconda otterrai un ottimo settimo posto ritirando ad Amalfi il premio di Allenatore dell’anno, per poi passare alla corte del Milan raggiugendo una finale di Coppa Italia prima dell’esonero di aprile 2016.

Due anni col Toro con cui ottieni ottimi risultati nella prima stagione per poi essere esonerato la metà dell’anno successivo.

Decidi di rientrare a Bologna in cui scriverai le ultime dolenti pagine della tua vita umana e professionale…………..

MALEDETTA LEUCEMIA……….

Siamo nel 2019, il cinquantenne Sinisa subentra dopo dieci anni nel club felsineo al posto di Pippo Inzaghi, stagione trionfale con un decimo posto e ben trenta punti in diciassette partite, rinnovo scontato poi l’annuncio che ti cambia la vita.

Il 13 luglio 2019 comunichi al mondo la tua malattia, comincia la tua lotta alla quale non ti sottrai regalandoti e regalandoci ogni giorno della tua vita come un bene prezioso, da custodire e condividere con tutto il mondo del calcio che ti sostiene e ti dimostra quanto e come hai lasciato il segno.

Momenti durissimi, difficili, ma dopo 44 giorni di ricovero riappari incredibilmente in panchina a Verona e per tre stagioni resti in sella alla guida del tuo Bologna fino all’esonero di settembre 2022.

Il resto è storia, mito, appartenenza e seria dignità con la quale hai affrontato questo calvario che ti ha portato via, a soli 53 anni, consumandoti lentamente nel corpo, ma non nello spirito.

Lassù le tue prodezze faranno parlare di te, tra una magia del Pibe e una serpentina di Crujiff le tue punizioni iperboliche riscriveranno la storia astrale della fisica e della gravità.

Addio guerriero e grazie per l’esempio che ci hai dato mettendoci, nel bene e nel male, la faccia, fiera, dritta e sempre a testa alta………..

Fabio Bandiera

Tempo di lettura: 2’00”

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