Quando da piccolino mi sono riconosciuto per la prima volta guardandomi allo specchio i miei genitori avevano già sovrapposto sul mio viso tutti i filtri infantili più in voga dell’epoca che mi facevano apparire dolcissimo, con un aspetto da principino e l’aria sottomessa.
La zia era eccentrica, ogni volta che ci veniva a trovare mi portava in regalo un nuovo filtro di sfumature di colori per gli occhi e i capelli.
Durante la mia infanzia sono stati gli unici filtri inconsueti che mia madre mi lasciava applicare e solo in certe occasioni.
Per far felice la zia, durante le riunioni di famiglia, oppure a qualche festa di compleanno.
I filtri che i miei genitori mi costringevano ad applicare erano abbastanza ordinari, classici, che mi facevano sembrare un bambino educato, dalle buone maniere.
Il preferito di mia madre era il filtro “Piccolo lord inglese”.
Quando era disponibile un nuovo aggiornamento lo comprava e scaricava subito.
Mi chiamava vicino a lei, me lo applicava, attivava i suoi filtri “Sguardo in ammirazione” e “Commozione” e rimaneva a fissarmi per un bel po’ di tempo finché non le chiedevo se potessi tornare a giocare.
Mio padre, invece, era uno di quegli uomini a cui piacevano i filtri seri, senza troppi fronzoli, sempre i soliti, con aggiornamenti minimi.
Teneva sempre applicato il filtro “Uomo impegnato” e in sua presenza io dovevo usare i filtri “Figlio studioso” e quelli di espressione “Gratitudine” e “Abnegazione”.
Eppure mamma una volta mi disse che tra loro, in intimità, papà se ne usciva fuori con dei filtri un po’ più audaci e allora lei ritrovava, almeno per qualche ora, l’uomo e i filtri di cui si era innamorata tanti anni prima.
All’università ho scoperto un sacco di filtri che non conoscevo.
Mi è nata la voglia di provarli tutti. Usavo i miei risparmi per scaricarne sempre di nuovi e non vedevo l’ora di applicarli, soprattutto con le ragazze, per sembrare più interessante.
I miei preferiti erano i filtri “Tipo affascinante” o “Tipo figo” da applicare insieme a “Tipo intellettuale”.
Per un periodo sono entrato in un giro in cui tutti usavano il filtro “Alternativi”. All’insaputa dei miei genitori mi sono applicato gli aggiornamenti vintage “Punk Rock”, “Indie music” e “Grunge”.
È stato il periodo in cui ci applicavamo di nascosto i filtri “Ubriachezza”, “Sballo totale”, “Fame chimica” e “Sonno arretrato” per sembrare di essere adulti incoscienti.
L’unica che sapeva della mia nuova vita era la zia, con la quale ogni tanto applicavo il filtro “Confessione disperata”.
È lei che ha insistito perché mi applicassi i filtri “Autostima” e “Rainbow” dopo che una ragazza molto importante per me aveva disinstallato davanti ai miei occhi il suo filtro “Amore” con tutti gli aggiornamenti che avevamo scaricato insieme “Cuoricini”, “Baci e abbracci” e “Sesso”.
Dopo l’università ho iniziato ad usare sempre di più i filtri standard, quelli inclusi nel pacchetto base annuale.
Perlopiù “Uomo affidabile”, “Gran lavoratore”, “Amico divertente” e “Malinconia”. Sono i filtri che ancora oggi applico con più frequenza.
Infatti, nel corso della mia vita, ho smesso di usare gran parte dei filtri della mia giovinezza, ma ogni tanto, quando sono solo in casa, per ricordarmi di mamma, applico il filtro “Piccolo lord Inglese”.
Non avendo più scaricato gli aggiornamenti le brachette mi stanno cortissime e la giacchetta stretta sul petto.
Mi guardo allo specchio e piango un po’. E siccome sono solo, lo faccio con la funzione “Senza filtri”.
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