Pret a Manger, una catena internazionale di sandwich, ha reso noto il decesso di due clienti a Londra in seguito a reazioni allergiche ad alcuni ingredienti presenti nei panini e non adeguatamente segnalato nelle confezioni.
Dei due casi quello di Natasha, l’adolescente morta per shock anafilattico dovuto ad intolleranza ai semi di sesamo, ha destato seri interrogativi sul livello e l’attendibilità delle informazioni presenti sui prodotti che giornalmente consumiamo.
Parliamo di celiachia, ovvero l’intolleranza permanente al glutine, un complesso proteico che si forma durante l’impasto di farine di cereali con acqua
Nei celiaci tale proteina provoca una reazione anomala nel sistema immunitario, che reagisce rifiutandone l’assimilazione e danneggiando l’intestino.
A livello normativo il Regno Unito ha recepito la Direttiva Europea 1169/2011, riguardante i requisiti di informazione ed etichettatura degli allergeni alimentari: (…) “tutti gli operatori del settore alimentare devono dichiarare la presenza – indipendentemente dall’uso come ingrediente o di un aiuto alla trasformazione – di uno qualsiasi dei 14 allergeni principali elencati nell’allegato II del regolamento. (…)le informazioni obbligatorie devono essere facilmente accessibili, in un luogo ben visibile, facilmente visibile e chiaramente leggibile. Le informazioni non devono essere nascoste, oscurate, detratte o interrotte da altro materiale illustrativo o da qualsiasi altro materiale di intervento”.
E in Italia?
Nel Bel Paese vivono circa 200.000 celiaci, cui sono riservate alcune agevolazioni dal Servizio Sanitario Nazionale
Tra queste il diritto all’erogazione gratuita degli alimenti senza glutine, sebbene con una riduzione media del 19% dei tetti di spesa per l’acquisto di tali alimenti, per importi che variano da 56 a 110 euro in base all’età, al genere ed ai relativi fabbisogni calorici dei pazienti.
Ma cosa ne pensa un celiaco della questione?
Abbiamo chiesto a M.G. – che ha vissuto sia nel Regno Unito che in Italia – come vive la sua condizione oggi:
“mangiare in casa è molto semplice, abbiamo i nostri alimenti e basta cucinarli con accortezza per evitare contaminazioni.
Fuori le cose sono diverse perché ancora molti locali non sono attrezzati per noi, e non offrono alternative ai prodotti con glutine….Certo, sono stati fatti grandi passi in avanti da trent’anni a questa parte. Prima nessuno sapeva cosa fosse, ora moltissimi sono informati (…)”
Ancora non abbastanza, verrebbe da dire, visto il triste epilogo dei due giovani.
Insieme al cordoglio per le vittime, il management di Pret ha assicurato una revisione rigorosa delle informazioni allergiche sui propri prodotti, mentre i legislatori britannici hanno promesso una riforma regolamentare con criteri più stringenti in materia
Il minimo che ci si possa attendere per rispettare la loro memoria e tutelare chi soffre di questa patologia, che ha il diritto di potersi recare in un ristorante senza psicosi o rischiare piu’ del dovuto.
Per approfondire:
- http://www.ansa.it/canale_saluteebenessere/notizie/sanita/2018/03/20/celiachiabuoni-digitali-per-cibi-spendibili-in-tutta-italia_ba011962-ceba-4854-8dd1-d59200f09e80.html
- http://www.celiachia.it/fondazione/Fondazione.aspx?SS=1310&M=1312
- https://www.rt.com/uk/440604-pret-allergy-second-death/
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