Stefano Saldarelli ci racconta la sua esperienza, dal momento in cui ha scoperto, grazie alla moglie, che c’era un’anomalia al suo seno (cancro al seno nell’uomo), alla chemioterapia, circondato da donne, fino al blog dove fa informazione con l’intento di informare altri uomini, per evitare che succeda anche a loro di ritrovarsi a dire “Perché non me lo avete detto!?”
Buongiorno da Maria Luisa Barbarulo, nello spazio Social di Men’s Life. Oggi ho il piacere di avere con noi un amico, Stefano Saldarelli. Buongiorno Stefano.
Buongiorno Maria Luisa!
E buongiorno a tutti i nostri ascoltatori e spettatori.
Perché è con noi Stefano? Mi ha fatto una proposta molto interessante. Ha avuto un’esperienza di vita particolare e la vuole condividere con tutti quanti noi, anche per sensibilizzare sul tema della salute, che sapete è molto caro al progetto Men’ Life. Uno dei nostri punti di particolare interesse. In particolare modo della salute maschile.
Quindi intanto Stefano grazie per essere qui con noi, volevo chiederti: come hai scoperto di avere la patologia di cui adesso ci parlerai?
Grazie per questa opportunità. Io sono un uomo al quale è stato diagnosticato il cancro al seno. Che è una patologia che raramente viene associata alla sfera maschile. Anzi direi che dal un punto di vista culturale nessuno o pochissimi sanno che la cosa possa verificarsi anche nell’uomo.
E’ vero!
Io l’ho scoperto grazie a mia moglie. Che è una donna sensibilizzata a fare la prevenzione, che sa che con l’autopalpazione si possono riscontrare, diagnosticare, rilevare delle anomalie. E lei lo ha fatto sul mio corpo. Quindi una sera si avvicinò, da dietro, eravamo a cena, e iniziò ad accarezzarmi il petto. E si rese conto che c’era qualcosa che non andava…
Era talmente preoccupata di approfondire la cosa che mi impose di andare a fare un’ecografia. E da li poi è cominciato tutto l’iter che mi ha portato all’intervento di carcinoma mammario.
Posso interromperti Stefano? Noi donne abbiamo l’abitudine dei controlli enologici e questo probabilmente ha fatto scattare in tua moglie una particolare attenzione anche nei tuoi confronti. Quindi meno male che abbiamo potuto estendere questo tipo di attenzione anche al vostro universo. Quindi, continua a raccontarci!
Da li poi è cominciato l’iter dei vari controlli ed accertamenti. Mi sono ritrovato nel reparto di Senologia, circondato da tantissime donne. Io non sono uno che si vergogna per natura, però un certo imbarazzo si è manifestato, perché ritrovarsi in una sala con tante donne, tra l’altro donne molto forti, capaci di affrontare il problema, del quale loro erano consapevoli, in maniera molto solidale tra loro. Questa è stata la prima cosa che ho notato. Cosa che io non potevo fare, ero ancora nella bolla dello stupore e dell’incredulità. Tant’è che poi si verificano questi episodi un po’ strani, divertenti. Se vuoi ti racconto una cosa velocissima.
Volentieri!
Mi chiama l’infermiera per andare a fare la visita dal medico e chiama “SALDARELLI!”. Io mi alzo, lei si guarda intorno e dice “Dove è la signora?”. Pensando che Saldarelli fosse la visita che doveva fare una donna. “La signora sono io!” le risposi.
Bravo! Mi piace questo spirito.
Dopo la visita ho avuto fare l’intervento di asportazione, del capezzolo e di tre linfonodi. E poi ho cominciato quell’iter che molte donne purtroppo conoscono: la chemioterapia. Siamo passati poi ai farmaci biologici.
In tutto questo iter che cosa è successo? Intanto grazie alla mia santa donna, mia moglie, che mi ha salvato la vita nel vero senso della parola. Perché da uomo, non avendo quel tipo di cultura, di sensibilità, avrei sicuramente trascurato questo evento, perché non mi dava nessun sintomo, nessun problema, e non me ne ero neanche accorto di averlo.
Lo avresti sottovalutato…
Con un rischio poi di metastasi, quindi sarebbe stato quello il problema.
La cosa che mi fece far scattare l’allarme, proprio durante la chemioterapia nei confronti di questa anomalia che si è verificata in un uomo, è stato questo silenzio che io ho definito “assordante” intorno a questa circostanza. E allora ho deciso, io mi occupo di comunicazione, di iniziare a comunicare all’esterno, non tanto la mia storia, la necessità di esprimere un sentimento, la propria situazione. Ma per informare!
La mia volontà era quella di portare un messaggio verso terzi. Verso quegli uomini che non sapevamo assolutamente nulla di questa patologia. Gli uomini già per quanto riguarda problemi dell’apparato genitale maschile non sono molto accorti, hanno sempre quel modo di approcciarsi al proprio corpo che è quello dell’Heillander, ovvero: “Noi siamo immortali!”.
La verità è che noi donne siamo abituate ad andare dal medico dai 15 anni in su. E quindi abbiamo un rapporto con la salute molto diverso dal vostro. Noi andiamo dal medico anche per fare solo il “tagliando“, il controllo. Invece voi tendete ad andare dal medico quando c’è un problema: questi sono due atteggiamenti completamente diversi.
E il problema spesso deve essere anche abbastanza importante. A meno che uno non sia ipocondriaco…
Altrimenti si mette sotto il tappeto!
Quindi sul mio blog ho cominciato a scrivere della mia storia, in maniera abbastanza forte…
Perdonami un attimo, come si chiama il tuo blog?
stefanosaldarelli.com. Un blog generalista, dove parlo di tante cose: dalla salute, alla società, al cinema, alla politica. C’è anche una categoria che si chiama “Cancro al seno maschile” dove ho raccontato la mia storia, e dove ho anche iniziato a raccontare storie e connessioni tra associazioni che si occupano di sensibilizzare su questo argomento.
Io mi sono fatto fare, all’epoca della chemioterapia, due fotografie, da un mio amico fotografo di Prato, Francesco Bolognini, che sono servite da apripista per la mia campagna di sensibilizzazione.
Informazione…
Mi sono messo a nudo, ho fatto vedere la mia cicatrice, e nell’altra foto c’è anche mia moglie che mi abbraccia nel punto in cui ha scoperto l’anomalia. Ho cominciato a parlare con un claim “Il cancro al seno non è solo “roba da femmine”. Detto in maniera molto forte e fuori dalle righe, per portare questo messaggio. Innanzitutto parliamone.
Esatto! Sappiamo che c’è. È bene sapere ed è bene prevenirlo. Certo!
La prevenzione non si può fare se non c’è informazione e non c’è cultura.
Visto che i numeri sono piuttosto bassi, il cancro al seno maschile è considerata una malattia rara, però è anche vero che una parola si può spendere, non costa niente. Nel momento in cui si fa informazione verso la donna, giustamente, dire che anche l’uomo può riscontrarla, seppur in casi molto rari, non sarebbe male. In una brochure aggiungere “Donna e uomo”, mettere entrambi sullo stesso livello non sarebbe male.
Una maggiore attenzione…
È una porta chiusa e se nessuno apre non sa cosa c’è dall’altra parte. Il sapere salva le vite. Io sono in contatto con tanti uomini che mi scrivono anche sulla mia pagina Social, Cancro al seno maschile su Facebook, che hanno avuto il mio stesso problema, che in momenti differenti, tutti quanti, ahimè a fare un intervento chirurgico, si ritrovano smarriti, persi. Un tassello che mancava…
Chiaro.
Ed io cerco in qualche modo di fare informazione, cultura e di dare, fin dove posso, un po’ di supporto.
Vorrei farti un’altra domanda, personale, quindi se vuoi puoi anche non rispondere: la tua identità di uomo quanto è stata intaccata da questa esperienza? Come l’hai vissuta?
È stata scossa. È stata presa per le spalle, sciaguattàta, però ho avuto subito quella risposta, passami il termine, testosteronica... C’è stata una rivalsa!
Sono stato tirato giù. Ma mi sono ritirato su con rabbia. Non ho avuto paura. Io ho avuto molta rabbia. Rabbia per essere stato tradito, della serie “Perché non me lo avete detto!?”. Questo mi ha accompagnato e mi ha aiutato. Se mi fossi adagiato nella paura forse quell’aspetto li non mi avrebbe dato la possibilità di agire subito.
Avrei dovuto pensare di più a tutto l’aspetto, l’iter da affrontare, i vari timori, il buio che ci poteva essere dietro l’angolo, sui vari step che avrei dovevo affrontare. E invece grazie a questa mia rabbia ho affrontato subito questa cosa di petto.
Diciamo che la mia sfera sessuale-maschile è stata minata, perché in qualche maniera ne risenti, anche perché c’è anche la chimica, arriva la chemio, arriva di conseguenza. Vuoi perché ti trovi in un settore in cui sei circondato da donne inevitabilmente…
Ho conosciuto tantissime persone meravigliose, con le quali sono diventato amiche. Ho tantissime amiche adesso. Mamma mia, sono davvero una potenza della natura. Voi donne avete veramente questa marcia in più. Riuscite veramente a connettervi e ad essere solidali, e a portare avanti delle iniziative molto forti. Noi siamo un pochino più marrani, fintanto che si parla di calcio o di andare a bere una birra va tutto bene, ma iniziare ad organizzarsi per iniziare a fare cose un pochino più strutturate è sempre un po’ più un problema.
Ti ringrazio a nome di tutto l’universo femminile!
Allora Stefano, noi ci salutiamo. Io ti ringrazio tantissimo per questa tua testimonianza. E spero che insieme riusciremo a combinare qualcosa per aumentare la sensibilizzazione su questi temi, anche insieme alla Komen della quale siamo partner da tantissimo tempo con il nostro progetto “VediamociChiara”, la nostra cosiddetta “sorella maggiore”.
Per il resto colgo l’occasione per augurarti buon Natale e di augurare buon Natale e Buone Feste anche a Men’s Life e a tutti i nostri ascoltatori e follower.
E per il resto spero di rivederti presto. In bocca al lupo per tutto.
Grazie infinite Maria Luisa! Ciao!
>>> Guarda l’intervista sul nostro canale Youtube
Redazione di Men’s Life
…
Take Home Message – Il cancro al seno nell’uomo. Raro ma vero!
Stefano ci ha racconta la sua esperienza, dal momento in cui ha scoperto, grazie alla moglie, che c’era un’anomalia al suo seno, alla chemioterapia, circondato da donne, fino al blog dove oggi fa informazione con l’intento di informare altri uomini, per evitare che succeda anche a loro di ritrovarsi a dire “Perché non me lo avete detto!?”
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Ultimo aggiornamento: 11 dicembre 2020
Ho trovato il tuo blog, belle informazioni