L’importanza della prevenzione. Ne abbiamo parlato con il dottor Raffaele Manta, gastroenterologo, dell’Associazione AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri). In questa intervista ci spiega perché non dobbiamo avere paura della colonscopia e dell’importanza di aderire alle campagne regionali di screening
Buongiorno da Maria Luisa Barbarulo, nello spazio Social di Men’s Life, oggi ho il piacere di ospitare il dottor Raffaele Manta.
Buongiorno Raffaele!
Buongiorno! Buongiorno a lei e a tutti gli spettatori.
Ho invitato qui il dottor Raffaele Manta, di AIGO, Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri, perché c’è un tema molto importante di cui vogliamo parlare e vogliamo fare una campagna di sensibilizzazione di quella che è la prevenzione delle patologie dell’apparato digerente.
In particolare per quanto riguarda il tumore al colon.
Però oggi vorrei affrontare con il dottor Manta un tema più ampio.
La prima cosa che volevo chiederle è se durante la pandemia, questo periodo complesso che stiamo vivendo, c’è stato un aumento delle patologie a carico dell’apparato gastrointestinale.
Innanzitutto rinnovo i miei ringraziamenti per questo gentilissimo invito e rispondo subito alla sua domanda.
Dal punto di vista numerico, se noi abbiamo notato un aumento delle patologie del tratto digestivo durante il periodo della pandemia, la risposta è no.
Anche perché tutta l’attività ambulatoriale si è dovuta fermare.
Abbiamo garantito le emergenze, le procedure che necessitavano di un intervento urgente.
Abbiamo dovuto garantire le urgenze cosiddette “procrastinabili”, ad esempio una colonscopia per sangue occulto positivo, quando è stato possibile l’abbiamo espletata, entro i 30 giorni canonici, altrimenti ci siamo spinti un po’ più in là e l’abbiamo fatta entro 40/45 giorni.
L maggior parte dei pazienti che avevano preso appuntamento presso il nostro servizio di endoscopia digestiva, hanno deciso all’ultimo minuto di non presentarsi il giorno della gastroscopia o della colonscopia, proprio perché avevano pura di entrare in un luogo che poteva essere pericoloso per la loro salute.
Abbiamo notato che, come gastroenterologi, il COVID ha interessato la nostra specializzazione.
Sono aumentati in rapporto i pazienti che presentavano dei sanguinanti, arteriosi o venosi, del tratto digestivo, sia superiore che inferiore.
Mi riferisco alla classica ulcera da stress, ma soprattutto l’ulcera secondaria, dovuta al tipo di terapia che questi pazienti dovevano fare per fronteggiare il COVID.
Si parla di terapia steroidea e di terapia a base di anticoagulanti, sono due farmaci gastro-lesivi, che possono provocare l’erosione della parete, la parte superficiale dell’intestino e dello stomaco, e dare luogo alla cosiddetta ulcera.
Siamo stati chiamati più e più volte in reparti COVID, ma anche in reparti di terapia Intensiva e Sub Intensiva, per prestare il nostro servizio volto al trattamento e all’arresto del sanguinamento.
Devo dire che concentrarsi a lavorare su un’ulcera che sanguina e magari a volte sanguina abbondantemente, con quello scafandro che avete visto in tanti sevizi televisivi, non è per niente facile!
Però questo è il nostro lavoro, lo dobbiamo fare e lo facciamo sempre in prima linea e non ci tiriamo mai indietro.
E a voi va il nostro grazie, da parte di tutta la popolazione del Paese. Perché credo state facendo uno sforzo immenso.
A parte il periodo della pandemia che ha delle caratteristiche particolari, volevo chiederle quali sono i controlli che è bene fare per prevenire soprattutto le patologie tumorali e a quale età è giusto cominciare a fare dei controlli.
E anche questa è una bella domanda, la ringrazio, anche perché, per utilizzare un termine calcistico mi fa l’assist, per sistemarmi davanti al portiere, magari anche…
…a fare gol!
L’Associazione AIGO è coinvolta – insieme al FISMAD, Federazione Italiana delle malattie dell’apparato digerente – in questa impegnativa ed importante campagna di sensibilizzazione per lo screening del cancro colon-rettale.
In cosa consiste?
Lo Stato italiano, Regione per Regione, invita, consiglia, i pazienti che appartengono ad un range di età che va dai 50 ai 59 anni, a fare un semplice esame chimico delle feci, volto alla ricerca del sangue occulto.
Che significa “sangue occulto”?
Se io faccio del sangue con le feci e lo vedo, quello non è sangue “occulto”!
Il sangue occulto è quello che non si riesce a vedere con le feci, ma che c’è e che può essere pericoloso se non indagato.
Questo semplice esame ti porta a verificare se nelle feci c’è del sangue o meno.
Nel momento in cui risulta positivo questo esame, scatta in modo automatico il secondo livello, la chiamata e la sensibilizzazione forte a sottoporsi ad un esame invasivo come la colonscopia.
Molti hanno paura a sottoporsi a questo esame invasivo, molti conoscono la colonscopia come un esame fastidioso, doloroso, non bello…
Ma oggi, la tecnologia, la scienza, la ricerca è andata avanti.
Ha fatto dei passi avanti da gigante, molto importanti, e ci consente di fare questo esame con delle tecniche di sedo-analgesia che fanno si che questo esame diventi addirittura…
…indolore! Ti fai una dormitina e non se ne parla più!
Esattamente, una bella dormitina.
Spesso i nostri pazienti che vengono sedati maneggiando due tipi di farmaci, gli oppioidi, da una parte e le benzodiazepine dall’altra.
Quindi noi togliamo il dolore e mio-rilassiamo il paziente.
Gli induciamo il cosiddetto “sonno”.
Un sonno superficiale, ma che ha un effetto, un impatto importante sull’espletamento e sulla riuscita, qualitativamente parlando, della procedura.
Quindi non abbiate paura.
Se le vostre feci risultano positive, non abbiate paura a sottoporvi alla colonscopia, perché oggi, nella stragrande maggioranza delle colonscopie italiane si eseguono in sedo-analgesia, quindi si abbattono quei timori, quei discomfort, di cui uno potrebbe avere paura.
Messaggio forte: Fate questo esame perché vi può salvare la vita!
Se io nel range di età tra i 50 e i 59 anni, faccio la colonscopia, trovo un polipo, lo asporto! Nello stesso momento in cui lo incontro!
Dopo aver verificato situazioni particolari (il paziente non deve avere comorbilità importanti, il paziente non deve assumere farmaci anticoagulanti, che magari favoriscono dei sanguinamenti).
Cose che ho appurato prima!
Chiaro! E’ possibile farli in sede di colonscopia, quindi uno in pratica neanche se ne accorge, questo mi sta dicendo!
Io incontro un polipo, lo faccio analizzare, a seconda dell’istologia scatta una flowchart, che è scritta ma che è presente nella mente degli endoscopisti, per cui poi suggeriscono il follow-up, cioè la colonscopia di controllo.
Quel paziente viene messo in un iter virtuale, ma concreto, di controlli, e non morirà mai a causa dello sviluppo di un cancro del colon.
Questo è molto importante.
Quindi fare almeno una volta nella vita la colonscopia, salva la vita.
Quindi facciamo un appello a tutti i nostri ascoltatori, follower, utenti:
Fate i controlli che vi vengo proposti.
Perché grazie a questi riusciamo a prevenire delle patologie importanti come ad esempio il tumore del colon.
Le volevo chiedere un’altra cosa importante: ci sono delle persone in generale che possono essere più a rischio di sviluppare questo tipo di patologie.
Quando si visita un paziente lo si ascolta.
Uno dei miei maestri mi diceva sempre una cosa, che poi mi è valsa nella mia carriera:
Lascia che il paziente parli, ti racconterà lui stesso quello che realmente ha o che non ha.
Quindi una buona anamnesi, la raccolta di tutta la sua storia dal punto di vista patologico, la sua anamnesi patologica e familiare anche, ti consente di capire se ci sono dei segni per classificare quel tipo di paziente come un paziente più meno a rischio di sviluppo futuro di questa patologia.
La caratteristica più importante è la familiarità: se io ho avuto in famiglia un padre o una madre con il tumore del colon, beh, sarei sciocco…
…a non controllarmi, certo!
E non devo aspettate i 50 anni.
Quel range di età in cui scatta lo screening. Ma devo iniziare 10 anni prima, dell’ipotetico anno in cui è iniziata l’evoluzione del polipo al genitore verso qualcos’altro.
Potrebbe essere necessario quindi anche a 30 anni, per non dire anche in età ancora più giovane.
Il primo segnale quindi la familiarità.
Secondo, la comparsa, in assoluto benessere, di un alvo stitico.
Sono stato sempre regolare, ad un certo punto comincio ad andare male in bagno.
La presenza di sangue. Lo abbiamo detto prima.
Mi accorgo che vado in bagno, mi accorgo che faccio del sangue, rosso vivo o scuro… Quello è sicuramente il primo campanello d’allarme.
Non solo, la perdita di peso, la comparsa di un’inappetenza, io vedo i cibi e… solo lo sguardo comincia la nausea, il disgusto. Ecco, questi sono tutti campanelli di allarme che devono essere necessariamente indagati.
Poi deve essere il gastroenterologo che non solo si ferma a questo, ma poi fa una visita come si deve al paziente, magari visitando la pancia del paziente, palpandola, si accorge che c’è qualcosa al tatto che non ci dovrebbe essere e che quindi deve assolutamente, il gastroenterologo, spingere per far fare degli esami successivi: di laboratorio, strumentali.
Ci sono degli alimenti particolari, raccomandati o sconsigliati per prevenire queste patologie?
Parlando del cancro del colon, la letteratura non è piena, è strapiena!
Di tentativi di arrivare a classificare o a individuare quello che si deve mangiare, quello che si deve evitare.
Non c’è un semaforo rosso per qualche cibo o semaforo verde per altri.
Noi gastroenterologi consigliamo in maniera rimarcata di una dieta che sia ricca di fibre frutta e verdura.
Questa è la cosa che si conosce di più. E’ scritta su ogni libro, su ogni articolo.
E invitiamo anche ad una dieta che sia ricca di antiossidanti, che possono prevenire, evitare, che si instauri un iter: dal semplice polipo benigno che poi diventa maligno.
E quindi un’esortazione ad avere una dieta più variegata.
Ricca di vitamina C per esempio, quindi gli agrumi, i famosi peperoni, ricca di vitamina E, vitamina D, vitamina A…
Di sostanze che in qualche modo possono andare a tamponare l’instaurarsi di situazioni infiammatorie che poi possono essere il primo passo verso l’evoluzione di patologie maligne.
In tutto questo c’è qualche evidenza, supportata da evidenze abbastanza forti, di non esagerare nell’assunzione di carne rossa, alla brace.
Ma con questo io non voglio assolutamente dire che non bisogna mangiare carne rossa, sia chiaro!
Ogni tanto possiamo concedercela una brace, ogni tanto!
C’è stato un periodo, 10 anni fa, in cui si pensava che una dieta ricca di vitamina D, che poi è una vitamina che interviene nei processi antinfiammatori come antiossidante, potesse essere…
…la cura generale, la prevenzione assoluta!
sembrava che con questa vitamina D, avevamo scoperto la panacea di tutti i mali.
Anche questo è stato ridimensionato.
La prima cosa che mi viene in mente è il pesce, contiene vitamina D. Non so lo sgombro, il tonno, i salmoni, ma anche i funghi…
E’ in molti alimenti. Per esempio, per le donne in menopausa per la prevenzione dell’osteoporosi, è qualcosa di fondamentale. E’ comunque un alimento che è giusto raccomandare.
Dottor Manta, io la ringrazio per essere stato qui con noi. Sicuramente abbiamo dato molte informazioni, contiamo che quando riceveranno la letterina andranno tutti a portare il loro campione. Ci auguriamo con questo di aver fatto un servizio a tutti quanti voi.
Ringraziamo ancora il dottor Manta, speriamo di averlo qui in futuro su Men’s Life e ci vediamo alla prossima.
Mi prenoto!
Ciao a tutti!
>> Guarda l’intervista sul nostro canale Youtube
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Redazione di Men’s Life
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Take Home Message – Per la prevenzione del tumore al colon
L’importanza della prevenzione. Ne abbiamo parlato con il dottor Raffaele Manta, gastroenterologo, dell’Associazione AIGO (Associazione Italiana Gastroenterologi Ospedalieri). In questa intervista ci spiega perché non dobbiamo avere paura della colonscopia e dell’importanza di aderire alle campagne regionali di screening.
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Ultimo aggiornamento: 26 febbraio 2021