Alcune riflessioni circa lo sport dei nostri figli a partire da un’illuminante risposta di coach Valerio Bianchini a una mamma
L’amore per i figli, la passione per lo sport:
Meravigliosi ingredienti che dovrebbero combinarsi, felici e gioiosi, in esperienze meravigliose.
Per i ragazzi, sin da bambini e, di riflesso, per noi genitori:
Ma non sempre è così.
Da alcuni anni alle prese con la scelta e la pratica di un’attività sportiva per i miei figli, ecco che queste esperienze (positive e non) chiedono un approdo.
Dopo tanti fine settimana erranti consumati da Chauffeur attorno a scuola calcio, tennis, danza e ginnastica ritmica, cercheremo questo approdo lungo alcune tappe.
La risposta del Vate:
In questo viaggio la nostra Bussola l’ho trovata in una lettera
Una risposta a una mamma, sul sito di EuroBasket, da parte del Vate, Coach Valerio Bianchini (Rubrica la posta del Vate, https://www.eurobasketroma.it/la-posta-del-vate-4-puntata/ ).
Ho sempre seguito gli effetti comunicativi di Valerio Bianchini, attratto dai suoi irresistibili slanci mediatici, che, quando allenava, mi facevano precipitare al PalaEur a vedere il BancoRoma prima e il Messaggero poi.
L’equilibrio tra divertimento e pressione:
La sua risposta, ispirata da un quesito “alto” sull’equilibrio tra divertimento e pressione della competizione, compone la cornice intera del quadro “Sport per i Figli”.
Dipinto dal “nostro” punto di osservazione, il Quadro, scorrendo la lettera, si riempie degli spunti da approfondire nei prossimi appuntamenti sul blog.
Eccone alcuni:
- lo sport è esperienza formativa, quindi il “luogo” da scegliere deve prevedere “educatori”, prima che bravi istruttori;
- i ragazzi imparano a cimentarsi con le loro capacità, con il concetto di squadra, con gli ostacoli, con la competizione, l’esibizione in pubblico (l’esame), il miglioramento, la delusione, l’ingiustizia;
- nei contesti di livello agonistico più avanzato, con percorsi orientati alla selezione e alla ricerca del potenziale talento, è particolarmente importante l’attenzione alla formazione generale, e non solo tecnica;
- nella attività di base, è piuttosto da rimuovere il rischio di un clima “falsamente idilliaco” dove tutti sono considerati pari, fuori dalla competizione e dalla pressione;
- l’accettazione delle differenze non deve significare accontentarsi, bensì ricercare tenacemente lungo il proprio percorso il miglioramento, attraverso impegno e l’utilizzo di tutte le energie;
- i protagonisti sono i ragazzi, non i genitori, non gli istruttori, se non di riflesso.
Appuntamento alle prossime puntate:
Collocheremo obiettivi, rischi e opportunità per i figli impegnati in uno sport nell’età evolutiva ai criteri di scelta e al ruolo che dobbiamo interpretare noi genitori, e anche le persone a cui li affidiamo.
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