Cancro. È ancora un male incurabile?

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di Alberto Aiuto

Anche se lo definiamo il “male del secolo”, il cancro è una malattia antichissima.

Fino a qualche anno fa oltre la metà delle persone colpite da questa malattia erano destinate a morire: da qui la definizione “incurabile”.

Oggi è la problematica di salute che spaventa di più quasi la metà degli italiani.

E molti di noi, non necessariamente ipocondriaci, al primo dolore pensano “ma non sarà un tumore?”

Di fatto ogni giorno il cancro colpisce mille persone, ma sei pazienti su dieci sconfiggono la malattia. 

I libri di medicina assiro-babilonesi ed egiziani documentano non solo l’esistenza della malattia, ma anche gli elementi diagnostici, i provvedimenti di cura (cauterizzazione) e la prognosi.

Tuttavia è indubbio che la maggior diffusione sia avvenuta nell’ultimo secolo e che la malattia sia in espansione.

Tra i fattori responsabili del suo aumento c’è:

  • l’invecchiamento,
  • il miglioramento dei mezzi diagnostici, e soprattutto
  • i fattori ambientali (spesso differenti nelle diverse aree geografiche).
Cancro: prevenire è meglio che curare

I tumori maligni iniziano come malattia di poche cellule e per un certo periodo rimangono circoscritti nell’organo di origine.

Se il processo morboso viene individuato in questa fase e la sede del tumore iniziale viene rimosso, la guarigione è assicurata;

purtroppo però, in una buona parte dei casi, le neoplasie danno i primi segni solo dopo che hanno raggiunto uno sviluppo considerevole e spesso dopo che una parte delle cellule è già sfuggita dal focolaio iniziale, colonizzando organi lontani.

Ovvio che la prevenzione, come per tutte le malattie, sia la cura migliore.

Ma sappiamo come sia poco efficiente: innanzitutto perché le conoscenze sui fattori causali dei tumori sono largamente incomplete.

Poi perché, anche quando li conosciamo è spesso difficile eliminarli dall’ambiente.

La conseguenza è che in Italia in un anno abbiamo 377.000 nuove diagnosi.

Cancro: le terapie

Attualmente è un errore ritenere che non vi siano mezzi per curare i tumori maligni:

Le tecniche chirurgiche e radiologiche sono oggi assai perfezionate e sono in grado di contrastare efficacemente la malattia.

La chemioterapia, cioè il trattamento dei tumori con i farmaci, ha ugualmente fatto grandi passi;

Mentre sino a qualche decennio fa era solo un mezzo palliativo, da utilizzare come estrema risorsa, oggi fa parte dei protocolli terapeutici routinari.

A queste armi si aggiunge l’immunoterapia (mirata contro le cellule neoplastiche), basata sul principio che il nostro sistema immunitario, se opportunamente stimolato, può contrastare l’avanzata di un tumore.

Cancro: lo stato dell’arte

Secondo uno studio recente su 32 tipi di tumore e pubblicato sull’International Journal of Epidemiology.

il 51% delle donne e il 39% degli uomini europei con un tumore della tiroide, del testicolo, dello stomaco, del colon retto, dell’utero e per il melanoma guariscono e in meno di 10 anni le persone guarite tornano ad avere un’attesa di vita simile a chi non si è ammalato.

È uno studio imponente, basato sui dati provenienti da 7 milioni di pazienti, raccolti in 17 Paesi Europei dal 1990 al 2007 e seguiti per almeno 18 anni, che evidenzia come siano molti i tumori dai quali si può guarire, non solo essere curati.

In particolare si è osservato che, in 10 anni, l’aumento della probabilità di guarire è stato di circa il 10% per la maggior parte dei tumori.

Dopo 5 anni dalla diagnosi possono ritenersi “guarite” le persone a cui era stato diagnosticato un tumore del testicolo o della tiroide; dopo meno di 10 anni le persone con tumori dello stomaco, del colon retto, dell’endometrio e il melanoma.

La maggior parte delle persone con tumori della prostata o della mammella non morirà a causa del tumore, anche se saranno necessari oltre 10 anni dalla diagnosi perché la loro attesa di vita raggiunga quella di chi non ha avuto un tumore.

Anche se la strada per sconfiggerlo è lunga, abbiamo gli elementi per non considerare più “irreversibile” o fatale questa patologia.

Ciò significa potersi riappropriare della propria vita e tornare a una condizione di vigile normalità.

Alberto Aiuto

Tempo di lettura: 1’30”

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