Oltre a regolare il metabolismo e moltissimi altri processi corporei, questa ghiandola è fondamentale anche per la salute del nostro apparato riproduttivo. Ecco come la tiroide può influire sulla fertilità maschile.
La tiroide è una ghiandola a forma di farfalla, in cui i due lobi corrispondono alle ali, unite da un corpo centrale detto istmo. Il suo nome, dal greco, significa letteralmente “a forma di scudo oblungo”. Si trova nella parte anteriore del collo, alla base della gola. Questa ghiandola è fondamentale per il corretto funzionamento di quasi tutti i processi corporei, anche del sistema riproduttivo. Non tutti sanno, ad esempio, che la tiroide può influire sulla fertilità maschile. Vediamo come.
In che modo la tiroide può influire sulla fertilità maschile?
L’ipotiroidismo (tiroide che funziona poco) e l’ipertiroidismo (tiroide che lavora troppo) causano una riduzione della produzione di testosterone. La minor quantità di testosterone provoca, a sua volta, una riduzione del numero degli spermatozoi, una diminuzione della loro qualità e un’alterazione della loro motilità. Ciò incide negativamente sulla fertilità maschile e sulla capacità di riproduzione.
I disturbi tiroidei possono causare anche altri problemi nella sfera sessuale maschile.
L’ipotiroidismo è associato a calo del desiderio, eiaculazione ritardata e disfunzione erettile. La condizione di ipertiroidismo è associata a disfunzione erettile ed eiaculazione precoce. Basti pensare che, dai risultati di uno studio pubblicato sull’International Journal of Andrology, che ha coinvolto migliaia di uomini, è emerso che più del 60% dei pazienti con ipertiroidismo presenta anche un deficit dell’erezione.
Se si hanno disturbi nella sfera sessuale o difficoltà a concepire, è quindi fondamentale sottoporsi agli opportuni controlli.
È importante parlare sempre con il proprio medico di fiducia e, se necessario, consultare anche un endocrinologo.
L’esame più efficace per analizzare la funzionalità della tiroide è un’analisi del sangue. Serve per misurare i valori degli ormoni tiroidei, ovvero TSH, l’FT3 e l’FT4, e la presenza di particolari anticorpi anti-tiroide. Generalmente, a livelli bassi di TSH corrisponde un eccesso di funzionamento della tiroide, ovvero ipertiroidismo. Viceversa, valori alti di TSH possono indicare ipotiroidismo.
In caso di valori anomali, lo specialista prescriverà un’ecografia, per controllare in maniera diretta la tiroide, verificarne le dimensioni ed escludere l’eventuale presenza di noduli.
Fortunatamente, la giusta terapia per le patologie tiroidee determina una completa risoluzione delle disfunzioni sessuali ad esse collegate.
La terapia per l’ipotiroidismo è, di solito, semplice, sicura ed efficace e comporta l’assunzione quotidiana, per bocca, dell’ormone tiroideo T4 (levotiroxina) in modo da riportare alla norma il livello dell’ormone.
Le cure per l’ipertiroidismo prevedono, invece, il ricorso a farmaci antitiroidei, alla chirurgia e/o allo iodio radioattivo.
Fonti:
Redazione Men’s Life
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