Astenia degli spermatozoi – E se(x) fosse la tiroide?

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Dott.ssa Maria Luisa Barbarulo: Buongiorno da Maria Luisa Barbarulo nello spazio social di VediamociChiara e Menslife.

Oggi è il nostro secondo appuntamento con il Professor Jannini. Buongiorno Professore.

Prof. Emmanuele Jannini: Buongiorno a tutti ed è un piacere essere di nuovo con Menslife e VediamociChiara.

Il secondo appuntamento del nostro progetto “E sex fosse la tiroide” è dedicato all’astenia degli spermatozoi.

E quindi, la domanda di rito che le faccio è: che cos’è l’astenia degli spermatozoi? 

Prof. Emmanuele Jannini: come dice il nome stesso “stanchi”, questi spermatozoi che dovrebbero correre e dovrebbero andare verso il bersaglio dell’ovocita (dell’uovo) per entrare nella membrana e fecondare l’uovo, non hanno la forza sufficiente a fare questi chilometri e chilometri. Il percorso che fa uno spermatozoo dal momento in cui viene eiaculato al momento in cui arriva fino al bersaglio, considerando le dimensioni, è come se noi facessimo veramente tanti tanti chilometri. Questi tanti chilometri, appunto, questi spermatozoi stanchi, non riescono a farli perché si muovono poco, qualche volta si muovono male, fanno dei movimenti che non sono quelli rettilinei che vanno dritti al bersaglio, magari girano un po’ su se stessi, insomma, diciamo, per tradurli, sono degli spermatozoi un po’ “rimbambiti”.

Dott.ssa Maria Luisa BarbaruloL’astenia degli spermatozoi può avere una ragione fisiologica? 

Prof. Emmanuele Jannini: Si, ecco, spesso, l’andrologo è in grado di determinare la condizione dell’astenia, oligoastenospermia, così si chiama tecnicamente, e che spesso si associa anche ad una riduzione del numero, non solamente della mobilità, ovvero, della capacità di muoversi, ma anche alla produzione del numero degli spermatozoi. L’oligoastenospermia, questa astenia degli spermatozoi, ha delle cause ma c’è tutta una grande parte di questi pazienti che in realtà, aimè, risultano essere idiopatici. Attenzione idiopatici non vuol dire non organici, no, la condizione organica che potrebbe essere genetica, che potrebbe essere ormonale, che è spesso però sconosciuta costringendo l’andrologo a fare una diagnosi dove dice “è vero hai un problema ed è un problema sicuramente fisico, quindi, non è un problema psicologico”, ma è vero anche che questo problema non siamo sempre capaci di individuarlo. Qualche volta invece l’endocrinologo riesce a riconoscere l’ormone che manca.

Dott.ssa Maria Luisa BarbaruloQual è lo specialista di riferimento in questo caso?

Prof. Emmanuele Jannini: Sicuramente l’andrologo, l’andrologo medico, l’endocrinologo che sono quegli esperti che sono formati per riconoscere questa causa importante di infertilità o di ipofertilità maschile. Consideriamo che devono essere degli specialisti anche capaci di guardare a 360 gradi, perché pensiamo per esempio che ci sono degli inquinanti ambientali, i cosiddetti distruttori endocrini, cioè delle sostanze che sono dei killer presenti nel nostro quotidiano che, funzionando come dei falsi ormoni, tra l’altro di tipo femminile, provocano una serie di disturbi uno dei quali è proprio la riduzione della capacità fecondante degli spermatozoi.

Dott.ssa Maria Luisa Barbarulo: E quindi le chiedo c’è qualche caso clinico che meglio di altri possa raccontare questa patologia ai nostri utenti?

Prof. Emmanuele Jannini: si, ecco, mi viene in mente la storia del bimbo adottato e mai arrivato. Così me la ricordo e così devo avere preso qualche appunto nelle mie cartelle cliniche. In realtà si tratta di una storia molto molto comune. Il paziente lo chiamiamo Francesco, è un impiegato, sposato con la graziosa Carolina che devo dire, come spesso succede, per molto tempo, sia nel fidanzamento sia poi nel matrimonio, non vuole figli perché vuole affermarsi nel mondo del lavoro. Ad un certo punto decidono di avere figli, non particolarmente in ritardo, e per ben due anni di rapporti non protetti non riescono ad avere bambini. Fanno dei piccoli tentativi, sono contrari alla fecondazione artificiale e decidono, quindi, di iniziare le pratiche per l’adozione. Nel momento in cui comincia il percorso lungo dell’adozione, Francesco inizia ad avere dei segni di brachicardia, ovvero un certo rallentamento della funzione cardiaca e anche un pochino delle funzioni generali anche di tipo psicologico psichico. Arriva dall’endocrinologo e l’endocrinologo scopre che a Francesco, in realtà, mancano gli ormoni tiroidei. Gli ormoni tiroidei sono importantissimi per tanti motivi ma in particolare per la fertilità maschile, li nominiamo proprio per questo, proprio perché sono necessari da una parte per la corretta mobilità degli spermatozoi dall’altra per impedire un fenomeno tipico degli spermatozoi, soprattutto della nostra epoca dove siamo un po’ attaccati da tanti punti di vista proprio nella funzione riproduttiva, nella frammentazione del DNA, appunto questo fenomeno che è così frequente, questo DNA cioè il contenuto, il messaggio genetico che gli spermatozoi trasportano che si frammenta abbastanza facilmente e frequentemente, ecco che questo fenomeno abbastanza diffuso e frequente viene accelerato dalla mancanza dell’ormone tiroideo, anche insieme ad altri elementi importanti che fanno parte dell’alimentazione, per esempio il selenio, oltre che a ormoni che più direttamente sono collegati a questo come il famoso testosterone che veramente è molto molto importante.

Bene, ecco, il caso che mi ricordo come il caso del bambino adottato ma mai arrivato perché, in realtà, viene interrotta la pratica di adozione quando, cominciando ad assumere ormoni tiroidei, e quindi ristabilendo un eutiroidismo, una normalità della funzione tiroidea, Francesco e Carolina hanno il loro bambino.

Dott.ssa Maria Luisa Barbarulo: Benissimo Professore, la ringrazio per essere stato qui con noi. Ci vediamo il 25 ottobre per parlare di  questo e altri temi legati a tiroide e sessualità. Ciao a tutti, ci vediamo online!

Prof. Emmanuele Jannini: con grande piacere. Grazie a voi.

Tempo di lettura: 4’

Ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2022

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