Quando ci guardiamo allo specchio, è naturale scoprire qualche piccolo segno del nostro graduale invecchiamento fisico (qualche ruga in più o qualche capello in meno).
Se fosse possibile guardare oltre la barriera cutanea, vedremmo che anche nel cervello appaiono delle “rughe” e “cadono” delle cellule.
Il cervello infatti è un organo come tutti gli altri e non sfugge alle leggi generali della biologia.
Tutto ciò significa che anche il cervello invecchia o perde colpi naturalmente.
Anzi, il cervello può addirittura degenerare, dando luogo a malattie vere e proprie, in genere frutto di danni o lesioni di vario tipo.
La demenza senile (oggi ribattezzata morbo di Alzheimer) è in rapida crescita in tutto il mondo.
In Italia, secondo Paese più longevo al mondo, sono 1.241.000 gli individui affetti da demenze, di cui, oltre 600.000 colpite da Alzheimer e si prevede che questo numero triplichi nei prossimi 30 anni.
E purtroppo ancora non esiste un trattamento farmacologico.
La buona notizia è che il cervello, anche quando invecchia, continua ad essere un organo dinamico.
È come un albero che produce nuovi rametti e nuove foglie: molti rami si seccano, ma quelli attivi possono continuare a svilupparsi.
Ovvero, le ramificazioni che collegano le cellule cerebrali le une alle altre possono produrre nuove connessioni (sinapsi).
Condizione fondamentale è che continuiamo ad esporre il cervello a nuove esperienze, apprendimenti, stimoli.
Tutti i giorni ci preoccupiamo del corpo, con una serie di trattamenti per mantenerlo in forma: massaggi, ginnastica, creme, diete, etc.
Ma quanto ci preoccupiamo di mantenere in forma il cervello?
L’invecchiamento cerebrale. Le regole dell’OMS per proteggere il cervello e ridurre il rischio di demenza.
Secondo l’OMS, occorre seguire cinque regole.
- Una dieta sana. Una corretta alimentazione è fondamentale nella prevenzione del diabete, delle malattie cardiache e del cancro. Ebbene i benefici di mangiare sano si estendono anche alla salute del cervello. “Ciò che è buono per il cuore fa bene al cervello”. Tra le migliori diete raccomandate c’è la dieta mediterranea, a basso contenuto di grassi saturi e ricca di acidi grassi omega-3 e antiossidanti. Infatti, numerosi studi collegano frutta, verdura, pesce, noci, olio d’oliva e caffè alla riduzione del deficit cognitivo e a un minor rischio di demenza.
- Esercizio fisico regolare. Va considerato come una medicina e, come tale, avere una posologia. Si consigliano almeno 150 minuti di moderata attività fisica a settimana (come jogging, bicicletta o, semplicemente, camminare). Oltre a svolgere lavori manuali di precisione a salvaguardia di memoria e capacità cognitive.
- Ridurre il consumo di alcool e non fumare. Si sa che il fumo aumenta il rischio di demenza, in particolare nelle persone di età superiore ai 65 anni. Riguardo all’alcool, il bicchiere occasionale di vino o birra non è un rischio. Anzi, un consumo da leggero a moderato può addirittura ridurre il rischio di demenza. Troppo alcool, al contrario, può contribuire al suo insorgere.
- Pillole, integratori alimentari o vitamine (B ed E, per esempio). L’OMS avverte che non c’è abbastanza ricerca per affermarne l’utilità. Tuttavia sembra possibile incidere sull’efficienza di alcune funzioni come la memoria, l’apprendimento, la concentrazione, assumendo fosfatidilserina (costituente delle membrane dei neuroni) e fosfatidilcolina (che incrementa i livelli cerebrali di acetilcolina, un neurotrasmettitore).
- Una vita socialmente attiva. Anche utilizzando i siti social. In generale l’isolamento sociale (a volte causato da difetti dell’udito) o la solitudine sono importanti volani per la depressione e l’ansia che possono accelerare il percorso verso il deterioramento cognitivo.
Le demenze sono la parte terminale di un processo patologico che ha inizio molti anni prima; è quindi fondamentale “investire” sulla propria salute, anche mentale, quanto prima possibile.
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