Differenze tra il Coronavirus e l’influenza
Il coronavirus si manifesta in maniera analoga al virus della normale influenza.
Esistono però delle differenze che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha provato a chiarire con un documento, che spiega le differenze tra i due virus e la loro diffusione.
Differenze tra il Coronavirus e l’influenza
Entrambi causano disturbi respiratori, che possono presentarsi in modi molto diverso.
I pazienti infatti possono:
- Non avere alcun sintomo (asintomatici)
- avere sintomi di livello contenuto
- presentare una patologia grave
- nei casi estremi morire.
Differenze tra il Coronavirus e l’influenza
I metodi di trasmissione sono analoghi:
- contatto,
- goccioline nasali,
- materiale contaminato dalla persona infetta.
Anche le norme igieniche da seguire sono le stesse:
- lavarsi spesso le mani,
- evitare di toccarsi il viso,
- starnutire all’interno del gomito o in un fazzolettino di carta, che andrà subito gettato.
Quali sono le differenze tra le due patologie?
Le principali differenze sono:
- La velocità di trasmissione dei due virus.
- Giorni di incubazione (tempo che intercorre tra l’infezione e la comparsa dei sintomi), più brevi nella normale influenza
- Intervallo seriale (tempo che passa tra i casi successivi): la normale influenza si trasmette più velocemente. L’intervallo del COVID-19 è di 5-6 giorni, quello dell’influenza è di 3.
- Tasso di contagio: L’influenza ha un tasso di contagio superiore nei primi giorni di malattia o anche nel periodo pre-sintomatico.
Infatti anche se sono stati documentati dei casi di trasmissione del COVID-19 da parte di soggetti asintomatici (in un periodo che va dalle 24 alle 48 ore), al momento questi soggetti non rappresentano i veicoli principali di contagio da COVID-19. - Numero delle infezioni generate da un singolo caso: il Coronavirus oscilla tra 2 e 2,5, maggiore rispetto a quello dell’influenza.
Occorre però sottolineare che è molto difficile fare paragoni diretti tra i virus:
Infatti le stime dipendono molto dal contesto di analisi.
Dai dati preliminari risulta che i bambini, considerati veicolo importante di trasmissione della normale influenza, abbiano un impatto decisamente più basso nella trasmissione del coronavirus nella fascia d’età 0-19 rispetto alle altre fasce.
Ciò non significa, purtroppo, che i bambini non possano esserne contagiati.
I dati preliminari degli studi condotti in Cina sull’argomento indicano però che i bambini ammalati sono stati infettati dagli adulti, e non viceversa.
Un’altra differenza è riscontrabile nelle percentuali di forme severe.
Per il COVID-19, i dati indicano:
- 80% di bassa gravità o sono asintomatici
- 15% sono costituti da infezioni gravi,
- 5% da casi critici (anche se in Italia la percentuale di casi severi è purtroppo maggiore, con un tasso di letalità particolarmente alto);
L’influenza ha una percentuale di casi critici inferiore.
La percentuale di mortalità del COVID-19 (intesa come il rapporto tra il numero dei decessi e quello dei casi) oscilla tra il 3 e il 4%;
La percentuale di mortalità da infezione (inteso come il rapporto dei casi di decessi riportati e il numero delle infezioni riportate) è tendenzialmente più bassa.
L’influenza è più rischiosa per i bambini, le donne incinte, gli anziani, gli immunodepressi e coloro che soffrono di malattie croniche,
Il Coronavirus provoca maggiori danni agli anziani e a coloro che hanno patologie sottostanti.
Inoltre gli effetti dell’influenza possono essere limitati (se non addirittura evitati) dal vaccino.
Purtroppo non disponiamo ancora di un vaccino contro il virus di COVID-19.
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Fonte: Documento OMS