In arrivo i nuovi proiettili magici: quando la ricerca fa spettacolo.

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di Alberto Aiuto

In arrivo i nuovi proiettili magici.

“S’ode a destra uno squillo di tromba. A sinistra risponde uno squillo”.

Con questi versi Alessandro Manzoni descriveva una battaglia cruenta tra eserciti contrapposti, nella tragedia “Il conte di Carmagnola”.

Oggi gli squilli provengono dagli scienziati (anche italiani), che continuano a studiare e proporre nuovi rimedi per la lotta al Covid-19.

Il bollettino quotidiano adesso comunica i contagi e non più i morti, ma il messaggio, diffuso a reti unificate che riceviamo, è sempre lo stesso: “se ti contagi, sei un morto vivente”.

Sta dunque riprendendo il sopravvento la paura, un sentimento incontrollabile.

Anche se è fuori dubbio che è ancora necessaria la massima prudenza per evitare il diffondersi del coronavirus (“Teniamo alta la guardia”, scrivevo qualche mese fa), proviamo a capire il fenomeno, partendo dal suggerimento, che il prof. John Keating nel film “L’attimo fuggente” dava ai propri allievi: “salite sulla cattedra per guardare le cose da angolazioni sempre diverse”, anche quando pensiamo di conoscerle.

In arrivo i nuovi proiettili magici: Cosa ci dicono i numeri

È vero che i contagi aumentano e sono tornati ai livelli di aprile, ed è altrettanto vero che oltre l’85% dei casi è asintomatico (segno che il nostro sistema immunitario lavora bene!) e deve rispettare una quarantena in isolamento domiciliare.

Un 10% dei casi necessita di una terapia nei reparti Covid; un 5% dei casi finisce in terapia intensiva: attualmente sono ricoverati circa 300 pazienti Covid, ovvero “solo” il 5,4% dei posti disponibili e i decessi, pur dolorosi, sono dell’ordine di 10-20 al giorno.

Tanto per fare un paragone ogni anno muoiono per malattie cardiovascolari circa 260.000 persone.

Perché allora tanta paura? Probabilmente ai media (e al governo?) fa comodo comunicare la realtà in modo catastrofico, spaventare le persone e tenerle attaccate a TV e giornali. Un morto per Covid-19 mediaticamente vale molto di più degli altri.

Ma certamente gioca un ruolo determinante il fatto che non sappiamo con precisione quando arriverà il vaccino o una terapia specifica. Un vaccino potrebbe arrivare all’inizio del prossimo anno, ma si potrà fare una vaccinazione estesa solo nel corso del 2021.

Da ricordare inoltre che perché si producano gli anticorpi specifici servono da 2-3 settimane a 2-3 mesi.

In arrivo i nuovi proiettili magici:: Il ruolo degli anticorpi monoclonali.

Per quanto riguarda i farmaci, si hanno notevoli aspettative sugli anticorpi monoclonali.

Il tutto è partito da un clinico di Mantova, che intuì la possibilità di curare i propri pazienti infondendo il plasma di persone guarite (il cosiddetto plasma iperimmune).

L’idea è stata poi sviluppata.

Il plasma umano contiene un cocktail di anticorpi: perché non isolare quelli specifici e iniettare solo quelli.

Di più, perché non provare a clonarli, producendoli in grandi quantitativi, affrancandosi così dalla necessità di donatori?

Un primo studio internazionale ha confermato che alcuni anticorpi sintetici possano bloccare l’infezione da Covid-19 in colture cellulari.

A questo punto sono state prodotte le quantità necessarie alle sperimentazioni cliniche.

Pochi giorni fa è stato annunciato con grande enfasi uno studio pubblicato su Science, in cui è stata dimostrata l’efficacia di due anticorpi “ultrapotenti”, individuati tra 800 anticorpi isolati in 12 pazienti guariti dall’infezione, capaci di proteggere i criceti dal SARS-CoV-2.

Questo risultato ha aperto la strada alla sperimentazione nell’uomo, prima su pochi pazienti (fase 2), poi su un numero più ampio (fase 3).

L’iter potrebbe essere accelerato perché trattandosi di un farmaco uguale agli anticorpi umani, dovrebbe essere molto ben tollerato.

I vantaggi sarebbero quelli di una somministrazione mirata soltanto ai casi di malattia e non a tutta la popolazione mondiale e una reazione dell’organismo immediata e non dopo alcune settimane.

I contro sono rappresentati dal costo e dalla durata dell’efficacia: la terapia costerebbe molte centinaia (se non migliaia) di euro rispetto ad una decina di euro del vaccino;

La cura sarebbe efficace solo per alcune settimane rispetto all’immunità più prolungata del vaccino.

Anche questo farmaco potrebbe arrivare in commercio nella prossima primavera. Stiamo dunque intravvedendo la luce in fondo al tunnel.

Ma, come diceva il grande Eduardo: “Adda passa’ a nuttata”.

Alberto Aiuto

Tempo di lettura: 2’00”

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