In tempi di pandemia da Covid-19 questo strumento è diventato irrinunciabile. Scopriamo a cosa serve e come funziona il saturimetro.
Con l’arrivo della pandemia la nostra vita è profondamente cambiata. Abbiamo dovuto stravolgere le nostre abitudini e riadattarci alle nuove. Abbiamo appreso il significato di nuovi termini e concetti, come “droplet” e “immunità di gregge”. Abbiamo imparato a conoscere degli strumenti, da sempre utilizzati in ambito medico e ospedaliero, che ora si rivelano molto utili anche nelle nostre case, come il saturimetro.
Cos’è il saturimetro?
Il saturimetro (chiamato anche pulsiossimetro) è un piccolo dispositivo capace di fornire informazioni preziose sul grado di saturazione dell’ossigeno nel sangue arterioso.
È un modo semplice e veloce per determinare in quale misura l’ossigeno, assorbito dai polmoni e immagazzinato nei globuli rossi per mezzo dell’emoglobina, raggiunge con il sangue tutti le parti del corpo. Questo strumento, pertanto, ci può aiutare a determinare se il cuore e i polmoni funzionano correttamente.
Il tutto in maniera semplice, non invasiva e completamente indolore.
Come funziona il saturimetro?
È composto da:
- una sonda a forma di pinza che effettua la misurazione e che deve essere posizionata a contatto con il dito del paziente o, in alternativa, sul lobo dell’orecchio (nei neonati l’applicazione viene effettuata sul piede);
- un’unità di calcolo e di elaborazione dati che li raccoglie tramite la sonda, li elabora e invia il risultato numerico sull’apposito monitor.
Come si utilizza?
Utilizzarlo è molto semplice. Basta:
- accenderlo;
- inserire il dito fino in fondo (in modo che il led illumini la parte centrale dell’unghia);
- attendere qualche secondo, finché sul monitor appariranno i dati relativi a saturazione arteriosa e frequenza cardiaca.
In condizioni normali, i valori della saturazione si attestano intorno al 98-100 per cento.
Per una misurazione ottimale:
- la mano deve essere ferma e non particolarmente fredda;
- l’unghia deve essere sana e senza smalto;
- la misurazione va effettuata dopo qualche minuto a riposo, in posizione seduta e rilassata;
- va poi ripetuta su un altro dito, per un risultato più affidabile;
- è bene non affidarsi alla memoria, ma annotare i dati e tenere un diario dei parametri rilevati.
Perché misurare l’ossigenazione del sangue è importante nell’infezione da COVID-19?
Nei casi più seri l’infezione da Covid-19 può determinare una polmonite interstiziale. L’infezione, infatti, può coinvolgere gli alveoli polmonari, dove avvengono gli scambi gassosi tra aria e sangue, compromettendone il buon funzionamento. Questo può determinare un calo della percentuale di ossigeno che si lega all’emoglobina (saturazione), con conseguente diminuzione di apporto di ossigeno a organi e tessuti.
In presenza di un livello di saturazione inferiore al 94%, il paziente deve immediatamente informare il proprio medico.
Fonti:
Società Italiana di Medicina Generale
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