Se ti stai chiedendo se c’è una relazione tra ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata, devi sapere che, ad oggi, non ci sono conferme. Ecco le differenze e i sintomi delle due patologie.
Sono in corso ricerche scientifiche per capire se ci sia un effettivo legame tra ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata. Al momento, tuttavia, non ci sono conferme. Di certo c’è che si tratta di due patologie che a volte possono coesistere nello stesso individuo, ma che hanno caratteristiche completamente diverse.
Qual è la differenza tra ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata?
L’ipertrofia prostatica benigna è un aumento di volume della prostata a carattere benigno. Si tratta di una patologia legata all’avanzare dell’età che non è dotata di invasività, ossia non può invadere e svilupparsi in altri organi rispetto alla prostata.
Il tumore della prostata invece è invasivo e può creare metastasi in altri organi. Ciò rende la diagnosi precoce quanto mai importante.
Quali sono i sintomi di ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata?
L’ipertrofia colpisce la zona centrale della ghiandola prostatica che si trova vicino alla vescica e all’uretra. Da ciò derivano fastidiosi sintomi, come bisogno di urinare spesso soprattutto di notte, talvolta con urgenza, e difficoltà a iniziare la minzione.
Il tumore della prostata, invece, si sviluppa quasi sempre nella porzione periferica della ghiandola. Non è in contatto diretto con la vescica e quindi, specie nella fase iniziale, non provoca alterazioni nella minzione o altri sintomi.
Ipertrofia prostatica benigna e tumore della prostata- L’importanza della prevenzione.
Il dialogo con il nostro medico di fiducia e la prevenzione sono fondamentali. È necessario sottoporsi a una visita urologica con esplorazione rettale e, a partire dai 45 anni, eseguire il dosaggio del PSA, specie se in famiglia ci sono stati casi di tumore della prostrata. Il PSA viene misurato tramite un prelievo di sangue.
È bene specificare che il PSA non è un marcatore tumorale, ma una sostanza specifica della prostata che viene normalmente prodotta dalle sue cellule.
Un valore elevato rispetto alla norma non è sempre correlato con la presenza di una neoplasia, quindi non deve generare allarmismo. Valori alti possono, infatti, possono dipendere anche da altri fattori, come la presenza di cellule ingrossate (quelle responsabili dell’ipertrofia) oppure di cellule normali momentaneamente infiammate (per esempio per una prostatite). Il risultato dell’esame, quindi, va sempre discusso con il medico che provvederà a dare le giuste indicazioni.
Fondamentale è anche consultare un urologo qualora insorgano variazioni in senso peggiorativo delle proprie abitudini nell’urinare, ovvero i disturbi legati all’ipertrofia prostatica benigna.
È essenziale non sottovalutarli, tenerli sotto controllo ed evitare tutti i rischi legati all’ostruzione urinaria. Molto spesso basta una semplice terapia medica per risolvere definitivamente questi disturbi.
Fonte: Fondazione Veronesi
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