I problemi logistici legati al vaccino covid

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di Alberto Aiuto

I problemi logistici legati al vaccino covid

Per il prossimo inverno dovremo preoccuparci del freddo. Prepariamoci per tempo a vivere un grande momento per l’umanità.

Le sperimentazioni di fase III dei diversi vaccini anticovid si avviano alla conclusione.

A breve ne arriveranno addirittura 3:

  • il primo (?) di Pfizer (statunitense),
  • quello di Moderna e infine
  • di AstraZeneca (europeo).

Le prime notizie sulla loro efficacia incoraggianti:

Ci potrebbero però essere problemi seri quando si tratterà di dover distribuire il vaccino.

Per almeno 2 dei 3, c’è un collo di bottiglia legato alla temperatura a cui va mantenuto. 

Nuntio vobis gaudium magnum: habemus vaccinum.

Anzi sembra proprio che ne avremo più di uno.

Il primo sarà quello della Pfizer, che con un comunicato stampa ha annunciato i risultati di una analisi preliminare su 94 soggetti vaccinati tra gli oltre 40.000 arruolati:

L’efficacia del vaccino è del 90%.

Dunque se i risultati finali della sperimentazione saranno positivi e il vaccino registrato entro poche settimane, in Europa ne arriveranno fino a 300 milioni di dosi:

La Commissione europea sta firmando il relativo contratto.

Seguiranno a ruota il vaccino di Moderna e quello di AstraZeneca.

Comunque sia, anche se non sarà tre volte Natale, sarà vaccino tutto l’anno!

A partire dall’inizio del 2021 in Italia avremo almeno 3-4 milioni di dosi; il resto arriverà nel corso dell’anno.

Ragionevolmente saranno favorite le fasce della popolazione più fragili e vulnerabili e gli operatori più esposti al pericolo.

L’efficacia dei vaccini

Per essere efficaci questi vaccini vanno somministrati in due dosi, a distanza di un mese.

Forse basterà una sola dose di quello europeo.

Ma ancora non conosciamo (né possiamo saperlo visti i tempi brevissimi con cui sono stati sviluppati), quanto possa durare nel tempo la copertura immunitaria indotta dalla somministrazione: sei mesi, un anno, più a lungo?

C’è poi un ulteriore ostacolo legato alla catena del freddo da rispettare lungo tutta la filiera distributiva per garantirne l’efficacia.

Questo pone ulteriori problemi in termini di distribuzione e stoccaggio.

I problemi logistici legati al vaccino covid: La conservazione dei vaccini

Per quasi tutti i vaccini occorre rispettare una catena del freddo: ad esempio quello antinfluenzale va conservato nel range di temperatura 2 – 8 gradi° C.

Quelli in fase di sviluppo contro il covid-19 hanno bisogno di essere conservati a temperature sotto lo zero.

Il vaccino di Pfizer richiede temperature bassissime (-70°C);

Il vaccino di Moderna verrà spedito a temperature di -20° C e può essere conservato a quella temperatura per 6 mesi.

Per il vaccino AstraZeneca, basterà mantenere temperature tra -4°e -8°C ottenibile con una comune cella frigorifera.

Dunque, specie all’inizio, sarà necessaria una “catena del freddo ultra” che costringerà tutti ad adeguare la catena distributiva.

Questo problema riguarda in primis aeroporti e porti che non hanno celle adeguate per garantire la conservazione per almeno 3-4 giorni.

I problemi logistici legati al vaccino covid: All’estero, si stanno già muovendo.

All’aeroporto di Francoforte e in Belgio sono già iniziati i lavori per adeguare gli spazi refrigerati.

Operazioni analoghe dovranno essere eseguite anche a Malpensa e Fiumicino, i due aeroporti a cui arriveranno i vaccini.

Il secondo snodo strategico riguarda la distribuzione capillare del vaccino:

Gli spedizionieri non hanno gli impianti di stoccaggio necessari a supportare la logistica, né camioncini adatti a trasportare milioni di dosi a -70°C ad ASL e ospedali.

Per capire: per 40 milioni di dosi di vaccino possono servire fino a un milione e trecentomila contenitori speciali e ognuno può aver bisogno fino a 150 chilogrammi di ghiaccio secco, ovvero circa duecento milioni di chili.

Insomma ci vorrà uno sforzo sovrumano in termini di organizzazione e coordinamento di tutti gli operatori:

  • vettori aerei;
  • scali aeroportuali;
  • dogane;
  • distributori;
  • spedizionieri;
  • magazzini a tutti i livelli per la conservazione;
  • sorveglianza;
  • compagnie assicurative.

Il mondo della logistica farmaceutica ha già chiesto al governo di conoscere il piano strategico (spazi e requisiti di stoccaggio, parco camion, tempistiche) e ovviamente un supporto economico per adeguarsi agli standard richiesti.

Sembra che a livello ministeriale già sia al lavoro una commissione ad hoc. L’unica certezza è che dovremo affidare la nostra vita a quattro persone:

Il premier Conte, i ministri Speranza e De Micheli, il super commissario Arcuri e all’apparato burocratico.

Che Dio ce la mandi buona.

Alberto Aiuto

Tempo di lettura: 2’00”

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