Cosa c’entra il coronavirus con la perdita di biodiversità?

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di Gianluca Bitelli

Il Coronavirus e la biodiversità

Come può il disboscamento di una foresta diventare l’innesco per la diffusione di un virus capace di mettere in ginocchio la sanità e le economie di mezzo mondo?

In questi giorni di quarantena, smartworking, social distancing o come lo volete chiamare, sto leggendo, studiando e riflettendo molto.

Pochi giorni fa, ad esempio, ho partecipato ad una lezione della dottoressa Sara Roversi, founder del Future Food Institute (https://futurefood.network), su come i sistemi alimentari si stiano trasformando a causa della globalizzazione, della digitalizzazione e di altri fenomeni che si stanno verificando nella nostra società.

Inevitabilmente, si è discusso molto di coronavirus, della responsabilità dei sistemi alimentari nella comparsa di questo virus.

Di come questa epidemia ci porterà a ripensare la maniera in cui il cibo viene prodotto, distribuito e consumato.

Il nostro è un sistema alimentare globale in cui le filiere sono interconnesse tra di loro, ed in cui ogni azione comporta una reazione.

coronavirus e biodiversitàNascondersi dietro alla convinzione che ciò che accade in Cina, in India o in Brasile non ci riguardi è l’errore più grande che possiamo commettere.

Oggi ce ne stiamo rendendo conto.

Decidere di disboscare una foresta in Cina per poter coltivare la soia, che diventerà il mangime per le mucche che, una volta macellate, finiranno sul bancone del mio macellaio di quartiere può essere l’innesco di una serie di eventi che con molta probabilità causerà la diffusione di nuovi virus.

 

Il Coronavirus e la biodiversità : Non solo in Cina, ma in tutto il mondo.

Questa dinamica è spiegata benissimo in una puntata della seconda stagione di “In poche parole” su Netflix con Bill Gates.

Questo documentario mostra in maniera semplice e lineare come forzare gli equilibri naturali costringendo gli animali a sopravvivere in habitat alterati possa diventare una delle principali cause di innesco di un’epidemia globale, come quella che stiamo vivendo oggi.

Questa dinamica è stata anche ampiamente approfondita dal WWF che, ad inizio aprile, ha pubblicato un report dal titolo “Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi” (https://www.wwf.it/perdita_biodiversita.cfm) in cui si parlava proprio di questi temi.

Il coronavirus non ci lascerà solo un’economia in ginocchio e la consapevolezza di un sistema sanitario che deve essere ripensato per far fronte a questo tipo di crisi.

Epidemie che nei prossimi anni potrebbero ripresentarsi con crescente frequenza.

Il coronavirus ci sta anche aprendo gli occhi sulla necessità di ripensare i nostri modelli alimentari ed agricoli.

Manipolare gli equilibri ecologici degli ecosistemi naturali a nostro piacimento ci ha portato dove siamo oggi.

Ci ha ricordato di come la natura possa diventare il bioterrorista più pericoloso da affrontare per l’umanità.

Dominare la natura non è la risposta.

Ripensare i nostri sistemi alimentari è, invece, il primo passo di un percorso necessario.

Gianluca Bitelli

Tempo di lettura: 2’00”

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