Le cure per l’ipertrofia prostatica benigna

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Nonostante siano tanti gli italiani a soffrire di questa patologia, ancora molti sono reticenti a sottoporsi ai regolari controlli.

È una patologia molto frequente. Scopriamo di più su diagnosi, prevenzione e cure per l’ipertrofia prostatica benigna

In Italia 6 milioni di uomini soffrono di ipertrofia prostatica benigna (anche detta “prostata ingrossata”). Il 50% degli uomini di età compresa fra 51 e 60 anni, il 70% dei 61-70enni e il 90% negli ottantenni. Si pensi che la malattia è seconda solo all’ipertensione arteriosa come frequenza. Fortunatamente, questa condizione è benigna: a oggi, non ci sono dati che la collegano al tumore della prostata.

Nonostante siano molti gli uomini a soffrire di ipertrofia prostatica benigna, ancora molti sono reticenti a sottoporsi ai regolari controlli e ricorrono al “fai da te”, cioè all’utilizzo di integratori o fitoterapici con il rischio di ritardare la diagnosi, nascondere condizioni più gravi o interagire con gli altri farmaci.

Bisogna considerare che si tratta di una malattia, anche se benigna, che porta ad una compromessa qualità della vita. Gli uomini che ne soffrono, infatti, hanno una caratteristica che li accomuna: propendono per quei luoghi che hanno la disponibilità di un bagno, per non vivere nell’ansia di non poter svuotate la vescica!

È una patologia molto frequente. Scopriamo di più su diagnosi, prevenzione e cure per l’ipertrofia prostatica benigna
Scopriamo di più su diagnosi, prevenzione e cure per l’ipertrofia prostatica benigna

Prima di soffermarci sulle cure per l’ipertrofia prostatica benigna, vediamo quali sono i controlli da fare.

Qualsiasi problema urinario va discusso con il proprio medico al fine di diagnosticare l’ipertrofia prostatica benigna il più presto possibile e ritardarne il decorso.

Oltre a questo, è ovviamente molto importante controllare il PSA e sottoporsi a una visita specialistica ogni anno se si hanno più di 50 anni, anche in assenza di disturbi.

Prima di soffermarci sulle cure per l’ipertrofia prostatica benigna, vediamo quali sono i controlli da fare.
Prima di soffermarci sulle cure per l’ipertrofia prostatica benigna, vediamo quali sono i controlli da fare.

La diagnosi di questa malattia si basa sul racconto e la raccolta dei sintomi, gli esami del sangue e delle urine e alcuni esami strumentali, prima di tutti l’ecografia.

  • Visita medica: il medico indagherà la presenza di disturbi urinari e si aiuterà con l’esplorazione rettale per rendersi conto delle dimensioni della prostata.
  • PSA: l’antigene prostatico specifico è una proteina prodotta proprio dalla prostata che si dosa nel sangue dopo un prelievo.
  • Esame delle urine e urinocoltura: per la ricerca di sangue o infezioni nelle urine.
  • Esami strumentali con funzioni differenti: ecografia transrettale (molto importante perché visualizza la struttura della prostata e conferma o esclude la presenza di un tumore); uroflussimetria (valuta il flusso urinario); cistoscopia e biopsia (visualizza le pareti dell’uretra e della vescica consentendo anche il prelievo di campioni per l’analisi al microscopio); uro TAC (visualizza forma e funzionalità delle vie urinarie).

La diagnosi di questa malattia si basa sul racconto e la raccolta dei sintomi, gli esami del sangue e delle urine e alcuni esami strumentali, prima di tutti l’ecografia.

Cure per l’ipertrofia prostatica benigna: quali sono i sintomi?

Ecco i segnali che andrebbero sempre ascoltati, visto che non si tratta di banali sintomi dovuti all’età:

  • Ti alzi spesso la notte per andare in bagno ad urinare?
  • Accusi durante la giornata l’urgenza di svuotare la vescica?
  • Il getto di urina diventa sempre più debole nel corso degli anni?
  • Hai la sensazione di mancato svuotamento?

Se ti riconosci in questi sintomi non continuare ad ignorarli e fissa un appuntamento con il medico.

Cure per l’ipertrofia prostatica benigna: quali sono i sintomi?

Si può prevenire l’ipertrofia prostatica benigna?

Se l’infiammazione della prostata è dovuta a un indebolimento del pavimento pelvico, si può prevenire allenando i muscoli mediante la ginnastica di Kegel.

La ginnastica, infatti, consente di rinforzare in particolare il muscolo pubococcigeo. Si tratta di un muscolo che si trova nella zona perineale (tra ano e testicoli), che controlla il flusso urinario e che si contrae durante l’orgasmo.

Si può prevenire l’ipertrofia prostatica benigna?

Ecco in cosa consiste la ginnastica di Kegel

  • Prima di cominciare svuota completamente la vescica.
  • Individua il muscolo pubococcigeo. Per facilitare l’individuazione di questo muscolo, può essere utile provare a interrompere la minzione con una veloce contrazione muscolare. Il muscolo che usi per bloccare il flusso di urina dalla vescica è proprio il tuo muscolo pubococcigeo.
  • Una volta individuato il muscolo, l’esercizio consiste nel contrarlo, come se si dovesse interrompere la minzione. Per le prime volte, conviene sdraiarsi con le gambe flesse ed allargate. Contrai i muscoli e rimani in questa posizione per almeno cinque/dieci secondi, stando attento a non muovere glutei, gambe e addominali. Infine, rilascia. Ripeti l’esercizio per dieci volte due/tre volte al giorno.

Ecco in cosa consiste la ginnastica di Kegel

Il consiglio è di cominciare gradualmente con contrazioni lunghe cinque secondi e progressivamente aumentare fino ad arrivare a dieci. Una volta diventato padrone della tecnica, puoi provare a svolgere gli esercizi in piedi o da seduto. Non esagerare comunque con gli esercizi. Farne più di quanto consigliato rischia di provocare un maggior indebolimento muscolare, con comparsa di perdite di urine.

Per preservare la salute della prostata e prevenire l’ipertrofia prostatica benigna, è fondamentale migliorare le proprie abitudini alimentari e seguire uno stile di vita sano.

Per quanto riguarda l’alimentazione, mangiare in modo salutare previene l’infiammazione cronica della prostata.

I pasti devono essere:

  • ricchi di frutta e verdure, fonte di vitamine, minerali, oligoelementi e fibre (a questo proposito il licopene del pomodoro è un fattore protettivo);
  • poveri di carne, derivati animali e alimenti irritanti (peperoncino, alcol, spezie, pepe, fritti, caffè).

Per preservare la salute della prostata e prevenire l’ipertrofia prostatica benigna, è fondamentale migliorare le proprie abitudini alimentari e seguire uno stile di vita sano.

Ecco altre regole generali da seguire per prevenire l’ipertrofia prostatica benigna.

  • Evita la vita sedentaria, camminando almeno 15 minuti al giorno a passo svelto, così da mantenere elastico il pavimento pelvico.
  • Non consumare alcool e cibi piccanti che favoriscono l’infiammazione della ghiandola, rendendo ogni eventuale perdita più dolorosa,
  • Bevi almeno due litri di acqua al giorno, in maniera da avere urina meno concentrata e, dunque, meno irritante per l’uretra.
  • Di sera bevi poco e/o anticipa l’assunzione dei farmaci diuretici (se assunti) per diminuire i risvegli notturni per andare in bagno.
  • Cerca di svuotare sempre la vescica. In questo senso può aiutarti urinare stando seduto, diminuire i farmaci decongestionanti (ad es. spray nasali) o gli antiallergici poiché contraggono i muscoli dell’uretra, urinare quando possibile appena senti lo stimolo per evitare contrazioni prolungate della vescica.
  • Limita l’esposizione al freddo perché aumenta l’urgenza di urinare.
  • Non assumere alcun fitoterapico senza il controllo medico perché alcune erbe e integratori possono aumentare il rischio di sanguinamento o interferire con gli altri farmaci assunti.

Ecco altre regole generali da seguire per prevenire l’ipertrofia prostatica benigna.

La ginnastica, unita ad abitudini alimentari sane e uno stile di vita equilibrato, permette di migliorare la salute della prostata nel 50% dei casi. Anche in caso di diagnosi precoce di ipertrofia prostatica benigna, si può intervenire cambiando lo stile di vita e risolvendo il problema (in un caso su tre).

E se tutto ciò non fosse sufficiente, quali sono le cure per l’ipertrofia prostatica benigna?

Come abbiamo detto prima, qualsiasi alterazione e disturbi urinari vanno sottoposti al medico per iniziare il più presto possibile, se necessario, la giusta terapia.

Mai inciampare nella trappola del “fai da te”: anche se gli esami possono essere antipatici (come l’esplorazione rettale e l’ecografia transrettale), un ritardo della diagnosi o un mascheramento dei sintomi più gravi possono portare a conseguenze indesiderate.

L’impostazione di una corretta terapia è fondamentale per trattare i sintomi, rallentare il decorso della malattia ed evitare le complicanze come il blocco completo e la ritenzione acuta di urina in vescica, calcoli e insufficienza renale.

E se tutto ciò non fosse sufficiente, quali sono le cure per l’ipertrofia prostatica benigna?

La terapia varia in base alla severità del disturbo e sarà il medico a decidere se utilizzare i farmaci o se sarà necessario l’intervento chirurgico (nei casi avanzati o quando i farmaci non sono efficaci).

Il prof. Maurizio Buscarini, urologo e chirurgo, spiega che ci sono diversi rimedi a disposizione. La maggior parte delle terapie si basano sul cambiamento del metabolismo interno di questa ghiandola. La cura si può impostare con integratori, e quindi in modo naturale, grazie agli estratti vegetali, o con veri e propri farmaci, che agiscono sulle varie componenti che determinano i sintomi. Per i casi più avanzati ci sono terapie vere e proprie, anche chirurgiche.

Una delle terapie consigliata dai medici è quella a base di estratto esanico di Serenoa repens. Una sostanza che agisce come potente antinfiammatorio. Altre terapie ci basano su farmaci che agiscono diminuendo la dimensione della ghiandola prostatica.

Se con la terapia farmacologica la situazione non si dovesse risolvere, non resta che l’intervento chirurgico. Ma niente paura! Oggi viene eseguito in endoscopia con il laser e anestesia spinale, questo vuol dire con minor sanguinamento, con una degenza breve e rischio basso sia di incontinenza che problemi di erezione.

La terapia varia in base alla severità del disturbo e sarà il medico a decidere se utilizzare i farmaci o se sarà necessario l’intervento chirurgico (nei casi avanzati o quando i farmaci non sono efficaci).

E se, invece, scopro di avere un carcinoma prostatico?

Al congresso SIU è stata recentemente presentata una nuova tecnica chirurgica per la rimozione parziale dei tumori della prostata. Si tratta della chirurgia focale, una tecnica mininvasiva che tramite un laser a bassa potenza brucia le cellule tumorali senza danneggiare i tessuti sani circostanti.

L’intervento dura un’ora e mezza, si esegue in regime ambulatoriale. Elimina quasi del tutto il dolore post-operatorio e comporta un recupero rapido delle funzionalità prostatica e sessuale. Questa nuova tecnica mininvasiva è indicata per i pazienti con malattia allo stadio iniziale. Al momento in Italia si esegue solo all’Ospedale San Raffaele di Milano, ma presto, molto probabilmente, sarà utilizzata in tutta Italia.

E se, invece, scopro di avere un carcinoma prostatico?

Fonti:

Redazione Men’s Life

Tempo di lettura: 2’10”

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