Falsi miti sulla prostata

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Sono tanti i falsi miti sulla prostata e sul cancro alla prostata. Tra le credenze più diffuse, vi è quella che la prostata sia un problema esclusivamente dell’anziano.

La prostata è una ghiandola a forma di castagna che si trova al di sotto della vescica e circonda l’uretra. Tra le sue funzioni principali c’è la produzione di liquido seminale. Sulla salute della prostata circolano tanti falsi miti che si basano su convinzioni errate. Eccone 4 da sfatare.

1. “La prostata è un problema esclusivamente dell’anziano”.

La maggioranza degli uomini crede che la prostata sia una questione “da anziani”. E che prima dei 65-70 anni non ci sia da preoccuparsi. Ma si tratta di una convinzione errata: i sintomi di ipertrofia prostatica benigna possono iniziare a dar fastidio parecchio prima in una quota non irrisoria di maschi.

Secondo gli studi, sotto i 50 anni, un uomo su 10 ha già un’ipertrofia prostatica benigna e fra i 50 e i 60 anni la prevalenza cresce al 35 per cento.

Tra i fattori di rischio, vi sono: soffrire di pressione alta, avere il diabete, fumare più di 10 sigarette al giorno,  avere colesterolo e trigliceridi alti. È indispensabile dunque iniziare a pensare alla salute della prostata fin da prima degli “anta”, modificando il proprio stile di vita e facendo prevenzione.

2. “Andare in bicicletta fa male alla prostata”.

Il più ampio studio condotto in materia scagiona, in realtà le due ruote: pubblicato sul Journal of Urology, ha dimostrato su circa 4mila uomini che non ci sono differenze nella probabilità di disturbi urinari e alla prostata fra ciclisti e non ciclisti. Per evitare micro traumi, comunque, meglio utilizzare una sella di ultima generazione, che ammortizza i colpi.

3. L’assenza di sintomi o segni  significa assenza di cancro alla prostata.

È sbagliato, poiché il cancro alla prostata, specie nelle fasi iniziali, è asintomatico. Viene diagnosticato in seguito alla visita urologica, che comporta esplorazione rettale o controllo del PSA, con un prelievo del sangue. La diagnosi precoce porta il 95% dei pazienti asintomatici a scoprire il tumore alla prostata con 10 anni di anticipo, aumentando notevolmente la possibilità di sconfiggerlo.

4. Tutti i cancri alla prostata devono essere trattati chirurgicamente.

È inesatto, perché, se il cancro ha una crescita lenta o il paziente non gode di buona salute, è preferibile evitare l’intervento. Oggi si ritiene, inoltre, che alcuni tumori della prostata non debbano essere necessariamente “curati” ma possono essere semplicemente tenuti sotto controllo anche in soggetti relativamente giovani, sfatando quindi il mito in voga anni fa secondo cui fosse imperativo aggredire con le cure tutti i tumori della prostata.

Fonti: Quotidiano Sanità; Corriere.it

Redazione Men’s Life

Tempo di lettura: 1’20”

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